Lodi, 30 marzo 2011 - A Lodi una famiglia tipo composta da 3 persone e un bambino, che consuma mediamente 170 metri cubi di acqua in 12 mesi, pagherà 49 euro in più (+ 35%) all’anno. La stessa composizione familiare a Casale spenderà 50 euro in più (+36%), a Sant’Angelo 54 euro (+39%), anche se gli aumenti maggiori interesseranno Galgagnano con 66 euro (+54%) e Massalengo, 60 euro (+48%). È una proiezione degli aumenti medi, elaborati dall’Ato (Ambito Territoriale Ottimale) e approvati lunedì in Consiglio provinciale, che, a partire dal primo aprile, scatteranno in tutto il Lodigiano tramite le fatture di Sal.

Si va da un minimo di aumento di 3 euro all’anno nei 12 comuni del bacino 4 (che però già pagavano 73 euro in più rispetto a chi aveva la tariffa più bassa), ai 66 euro di Galgagnano. È Alfredo Ferrari, consigliere della Lega Nord, a spiegare il perché di aumenti così differenziati: «L’Ato è passato da 37 bacini, dove c’erano tariffe molto differenziate per captazione, depurazione e fognatura dell’acqua, a 4. Cercando di approdare ad una tariffa unica per ciascuno dei 4 bacini si è creato un aumento medio territoriale, rispetto all’ultimo rincaro del 2008, del 3,83%, poi spalmato sui diversi comuni. A pagare oggi il maggiore adeguamento sono gli enti dove le tariffe erano state finora più basse».

Parte degli aumenti sono dovuti però anche ai bilanci in rosso, per la sola gestione idrica, delle aziende conferite in Sal: i ricavi 2008 di Cap gestione erano in passivo per 1 milione e 930 mila euro; quelli di Astem per 662 mila euro; quelli di Asm per 370 mila; solo Basso Lambro era in attivo (+183 mila euro). Ciò è in parte dovuto al blocco delle tariffe, stabilite a livello ministeriale dal Cipe e ferme al 2001 (modificate solo con la riorganizzazione del 2008): «Le multiservizi — spiega ancora Ferrari — compensavano le perdita sull’acqua con gli introiti di gas o altro; alla fine i bilanci reggevano». Ora invece il ciclo idrico integrato dovrà restare in attivo basandosi sulle proprie forze, investimenti compresi; da qui gli aumenti: «Il gestore unico è comunque un valore — rimarca il consigliere —; siamo l’unica provincia ad averlo. Ci saranno sofferenze per arrivare ad un efficientamento, ma ci sono investimenti nel territorio per 360 milioni di euro su reti, acquedotti e depurazione per i prossimi 30 anni». Non mancano però le possibilità di risparmio.

«Tutti gli utenti pagheranno 15 euro fissi all’anno — spiega Diomira Cretti, direttrice dell’Ato —, poi ci saranno quote differenziate nei 4 bacini a seconda dei consumi: lo scaglione tra 0 e 80mc (per single e famiglie attente ai consumi) prevede una tariffa agevolata; tra 81 e 180 mc (famiglie medie), tariffa normale; oltre i 180 mc si paga di più. A Lodi la tariffa agevolata era finora solo fino a 60 mc: essendo stata portata a 80mc, possono rientrarci più persone. Di certo gli aumenti produrranno un contenimento dell’uso dell’acqua, con relativo risparmio: laddove la tariffa era più bassa i consumi di una famiglia media anziché 170 mc all’anno arrivavano a 240mc. Per innaffiare orti e giardini, è meglio raccogliere l’acqua piovana oppure chiedere a Sal un doppio contatore: si paga la quota fissa di 15 euro ma per il consumo esterno si paga solo l’acqua, senza fognatura e depurazione, con un risparmio di circa il 47%».