Pavia, 22 dicembre 2010 - «Zia, mi trovo in difficoltà economica. Aiutami tu». È cominciata così la tentata truffa ai danni di una donna di 82 anni. Con una telefonata. Dall’altra parte dell’apparecchio una voce roca e concitata che, fingendosi un nipote della donna, le chiedeva un aiuto. «Mi servono 10 mila euro». Come negarglieli? E soprattutto come farlo, se subito dopo arriva un’altra telefonata di rassicurazioni? «Siamo i carabinieri. Sappiamo che l’ha chiamata suo nipote per un problema di denaro. È proprio lui che ha bisogno. Si fidi».

Telefona il nipote, i militari confermano, ce n’è abbastanza per scendere e raggiungere la vicina banca Carige ed effettuare un prelievo. Un metodo collaudato, messo in atto in diverse località del Nord Italia e ai danni di altri anziani di Vigevano e Pavia. Tutti ben noti, schedati. Anziani che hanno una banca vicina e spesso vivono soli. A raggirarli c’erano almeno tre persone: un telefonista (talvolta una donna) che chiamava spesso da un’utenza telefonica polacca spacciandosi per nipote dell’anziano, un’amica che avrebbe ricevuto l’incarico dal nipote di ritirare i soldi e l’autista che aspettava l’amica in un punto distante.

Un piano ben architettato che però nel tardo pomeriggio di lunedì non ha funzionato. Dopo la telefonata del falso nipote, l’autista e la presunta amica, da Novara avevano raggiunto in auto Pavia. L’uomo, Wajda Kopacz, 51enne polacco ma residente al campo nomadi di via Fermi a Novara, si era fermato alla stazione, mentre una ragazza, Barbie Bobovicz, 21 anni, si era appostata tra la casa dell’anziana e la banca, pronta a entrare in azione. Subito dopo aver ricevuto la telefonata dei falsi carabinieri l’anziana era uscita e si era presentata in banca per prelevare i soldi. Gli impiegati, però, insospettiti dalle continue truffe, hanno chiamato la Polizia e il raggiro è stato smascherato. Una volta arrivati in via San Pietro in Verzolo, dove l’anziana vive, gli agenti hanno notato una ragazza che parlava al cellulare e si muoveva con fare sospetto. Era la Bobovicz che riceveva indicazioni dal telefonista.

Diverse, infatti, le chiamate partite dall’utenza polacca e arrivate a casa dell’82enne. L’ultima voleva accertarsi che la vittima designata avesse il denaro per mandare la Bobovicz a ritirarlo, ma la chiamata è stata intercettata da un parente dell’anziana. Alla 21 enne non restava che chiamare un taxi per farsi riportare in stazione, dove l’attendeva Kopacz. I poliziotti però la stavano seguendo. Portati in Questura per gli accertamenti di rito, i cellulari dei due continuavano a squillare. Nel frattempo il telefonista aveva chiamato altri 7 pavesi.