Parona, 7 novembre 2010 - Il fuoco si è praticamente estinto ma l’intervento di messa in sicurezza del capannone di stoccaggio della frazione organica del termovalorizzatore di Parona non può dirsi ancora concluso. I vigili del fuoco, che nell’impianto di proprietà di Lomellina Energia operano ininterrottamente da giovedì sera alle 20, dovranno ora “smassare” il materiale rimasto.

 

L’impianto non ha tuttavia cessato di funzionare (anche se al momento con attivo solo uno dei due forni perché l’altro è in fermo programmato) mentre si attende di fare la conta dei danni stimati in centinaia di migliaia di euro. Il rogo infatti ha praticamente divorato il capannone che dovrà essere ricostruito ex novo. Sulle ragioni che hanno scatenato l’incendio sono in corso gli accertamenti. Ma se le conseguenze sono state limitate ad un solo reparto, il merito è del piano di emergenza, rinnovato e potenziato dopo i due incendi in pochi mesi del 2008, che ha funzionato alla perfezione.

Nonostante questo però il capannone, lungo oltre 150 metri e largo almeno 50 metri, dovrà essere riedificato. Intanto nel piccolo centro lomellino l’episodio ha destato poche preoccupazioni tra i residenti, abituati da anni ad avere a che fare non solo con la presenza del termovalorizzatore, una struttura che riceve circa 400mila tonnellate di rifiuti all’anno tra solidi urbani della provincia e speciali da tutta la Lombardia e parte del Piemonte, ma anche con altri grandi insediamenti. Che se da un lato hanno migliorato la condizione dei paronesi con la realizzazione di importanti opere per la collettività e notevoli sgravi di natura economica, dall’altro hanno imposto una presenza non a tutti gradita.

 

E proprio per tenere sotto stretto controllo la qualità dell’aria del paese il sindaco Silvano Colli e il presidente di Lomellina Energia, Vincenzo Filisetti, hanno sottoscritto un accordo per l’entrata in esercizio di tre centraline per la rilevazione della qualità dell’aria, a Parona, Vigevano e Mortara, gestite dall’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. A Parona sotto stretto controllo ci sarà il Pm10: le polveri sottili nel centro lomellino sono da sempre uno degli aspetti più preoccupanti, perché la loro concentrazione è sensibilmente superiore a quella media dei centri limitrofi. «Siamo contenti di aver sottoscritto questa intesa — è il commento di Silvano Colli, storico sindaco di Parona —. E siamo altresì convinti che poter disporre di una rete di controllo della qualità dell’aria sarà un ulteriore elemento di tranquillità per tutti i paronesi». Intanto, il termovcalorizzatore non si ferma. D’altronde solo nell’incendio dell’ottobre 2008 il termovalorizzatore era stato costretto a fermarsi, smaltendo i suoi rifiuti in altri impianti di province vicine.