Parona, 6 novembre 2010 - Un rogo che si è sviluppato in pochi attimi e che ha fatto alzare fiamme visibili da lontano, nel buio della notte. L’incendio, le cui cause sono ancora al vaglio dei tecnici, è divampato giovedì sera nel termovalorizzatore di Parona gestito dalla società Lomellina Energia, che riceve i rifiuti solidi urbani del Pavese e quelli speciali anche da altre province lombarde e dal Piemonte. Le fiamme si sono scatenate dopo le 20 nel capannone di stoccaggio della frazione organica stabilizzata delle prima linea produttiva e, in pochi minuti, hanno distrutto la struttura. Il piano antincendio dell’impianto è scattato subito, consentendo ai vigili del fuoco - intervenuti con dieci squadre, alcune da Milano - di circoscrivere il fuoco alla sola area nella quale il rogo era nato. L’intervento si è protratto per l’intera giornata di ieri.

 

«I tecnici — spiega Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia — hanno ritenuto più opportuno lasciare che le fiamme si estinguano spontaneamente. Operazione che si annuncia piuttosto lunga e che ha la necessità di essere sorvegliata da personale specializzato». Filisetti mette in risalto il funzionamento dei dispositivi di sicurezza. «Tutti gli elementi di messa in sicurezza sono stati resi operativi e l’intervento dei pompieri e del personale interno ha consentito di circoscrivere il rogo. È importante rilevare che non ci sono stati feriti».

 

Il fatto che l’incendio abbia interessato l’area di stoccaggio dei rifiuti umidi non avrà ripercussioni sull’attività della struttura paronese. «Sebbene il capannone è stato distrutto e dovrà essere ricostruito — assicura Filisetti — la nostra attività non subirà rallentamenti e l’impianto potrà continuare a operare. Ora è attivo uno solo dei due forni, l’altro era in fermo programmato per manutenzione. Chiaro che vogliamo capire qual è stata la causa del rogo, anche perché dopo i due episodi che si erano verificati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, all’inizio del 2008, i dispositivi per la prevenzione erano stati molto rafforzati. C’era qualche zona non perfettamente coperta, lì che si è manifestato l’inconveniente. Resta il fatto che la sicurezza è sempre stata ed è uno dei primissimi aspetti che curiamo. Anche in questi giorni, nelle periodiche riunioni che teniamo a Parona, al primo punto c’era l’argomento sicurezza».

 

A pieno regime, vale a dire con entrambi i forni operativi, l’impianto è in grado di smaltire circa 400mila tonnellate di rifiuti l’anno, cioè il quadruplo di quelle che vengono prodotte nell’intero Pavese. «Stiamo cercando di comprendere a fondo le cause dell’incendio — ripete il presidente di Lomellina Energia — ma intanto consentiteci di ringraziare tutti quelli che, con competenza e impegno, si sono adoperati per lo spegnimento. Il loro aiuto è stato davvero indispensabile. E rimarco come tutti i dispositivi di protezione ambientale e i sistemi di sicurezza, che sono stati recentemente implementati e potenziati, abbiano preservate le altre aree di produzione, consentendo al nostro stabilimento di poter proseguire nella sua attività senza interruzioni o riduzioni, garantendo in questo modo la continuità del servizio pubblico».