Lodi, 19 ottobre 2010 - D'ora in poi il Lodigiano sarà identificato, nel panorama regionale e non solo, come «il territorio del Distretto Agroenergetico», ossia dove dalle aziende agricole si arriva a produrre e vendere energia.

L’esperimento sorge sulla scia di quanto accaduto in passato per il mondo industriale, ad esempio per i “distretti della seta” o “del tessile in genere” che si sono affacciati sulla scena in altre zone della Penisola. Ora la Regione Lombardia ha dato il benestare al “Distretto Agroenergetico del Lodigiano”. Quattordici erano le proposte arrivate sui tavoli del Pirellone, otto di queste, la scorsa settimana, hanno ricevuto il via libera. Tre delle quattordici suggerivano la formazione di distretti agroenergetici (oltre a quello di Lodi, quelli di Pavia e di Cremona). La Regione ha deciso di aggregarli, ma di lasciare il timone in mano a Lodi, il cui prospetto è stato giudicato il migliore in assoluto dei 14.

Ente capofila è Consorzio Italiano di Bio-Gas che è sorto tre anni fa ed ha sede nel Parco Tecnologico Padano. Proprio la presenza del Parco tra le istituzioni che appoggiano l’esperienza e in particolare come ente di riconosciuto valore in grado di proporre ricerca e innovazione pare aver giocato un ruolo determinante nel far pendere l’ago della bilancia verso Lodi e il suo territorio.

L’avventura del Distretto Agroenergetico vede schierati ai nastri di partenza, in qualità di soggetti sostenitori, la Provincia di Lodi, la Camera di Commercio, la Federazione Interprovinciale Coldiretti di Milano e Lodi, la Confagricoltura di Milano e Lodi, la Confartigianato Imprese della provincia di Lodi, l’Itas Tosi di Codogno e Cremona Fiere Spa. Sono 27 i soggetti che hanno già aderito a questa “rete” (e altri si possono sempre aggiungere in futuro). Oltre al Consorzio Italiano di Bio-Gas (capofila appunto), 20 aziende agricole e 6 aziende dei servizi impiantistico energetici e della sicurezza-videosorveglianza. Il Parco Tecnologico Padano inoltre sarà il perno centrale del Distretto.

Quali i vantaggi per chi aderisce? Gli obiettivi di questa avventura sono sviluppare e consolidare una vera e propria filiera delle produttività energetica, investendo in tutte le fonti di energie rinnovabili, partendo dal territorio e dalla sua vocazione. Poi abbattere i costi energetici aziendali e, attraverso lo sviluppo di una rete di collegamento con strutture di distribuzione del gas, incrementare il reddito agricolo.

Allo stesso tempo individuare nuove modalità per la gestione dei reflui, e non certo da ultimo, intercettare risorse economiche private e pubbliche (la Regione concede soldi più facilmente ai Distretti) e creare occupazione, nuove figure professionali e know-how nel Lodigiano nel settore delle agroenergie. Il Distretto potrebbe ad esempio funzionare così: un’impresa agricola che aderisce al progetto chiede un miglioramento dell’efficienza degli impianti di biogas, il Parco Tecnologico Padano realizza una ricerca ad hoc e le imprese dei servizi impiantistico energetici mettono in pratica la soluzione trovata. Dopo l’ok regionale, a questo punto, occorre costituire la società di distretto. Dovrebbe essere realtà a inizio dicembre e poi l’avventura decollerà pienamente.