Turano, il controllo di vicinato batte i ladri: "Senso di comunità contro i malviventi"

Grazie all’iniziativa i furti nelle abitazioni sono notevolmente diminuiti di Paola Arensi

Un cartello che indica i controlli di vicinato nel quartiere

Un cartello che indica i controlli di vicinato nel quartiere

Turano, 26 gennaio 2015 - Raffica di razzie nel Lodigiano, nasce il controllo di vicinato. I primi protagonisti di questi deterrenti, messi in campo dalle amministrazioni comunali, seguendo l’impegno dell’Associazione nazionale controlli di vicinato, sono i cittadini stessi. Si torna insomma all’origine, a come ci si comportava nelle vecchie case di cortile. Spazi in cui ci si sentiva sicuri perché tutti si aiutavano e proteggevano a vicenda. In questo caso si responsabilizzano i residenti di un determinato quartiere, li si invita a conoscere meglio le abitudini e i numeri dei propri vicini di casa. Tutto per tenere d’occhio le abitazioni di tutti, cercando così di notare la presenza di malintenzionati o movimenti sospetti. L’obiettivo è riuscire a segnalare in tempo reale, tramite il telefonino, ciò che non va.

In provincia di Lodi l’esperienza si sta diffondendo soprattutto nella parte bassa del territorio, verso Piacenza e nella piccola Turano, per esempio, è partita con successo un anno e mezzo fa. Racconta quanto sta succedendo Carlo Pisati, uno dei residenti della zona Mirabello dove i furti, dopo la nascita del nuovo deterrente, si sono notevolmente ridotti. Nella zona un mese e mezzo fa sono anche arrivati i cartelli che mostrano un cerchio con all’interno cittadini di diverse età stretti tra loro, a simboleggiare che l’unione fa la forza anche contro il crimine.

Signor Pisati, come mai ha aderito all’iniziativa? «Se ne avvertiva l’esigenza, visti i continui furti un po’ ovunque, inoltre facevo parte della locale commissione Sicurezza».

Com’è nato il progetto? «Dopo alcune riunioni promosse dal Comune c’è stato un atto costitutivo. Sono partite venti famiglie ed è stato scelto un coordinatore, pensionato e quindi spesso presente nel nostro quartiere, per portare avanti questo impegno».

Le è mai capitato di incontrare malintenzionati? «Sì e li ho sempre segnalati sia alle forze dell’ordine che tramite l’apposito gruppo gratuito aperto su Whatsapp (una app di messaggistica mobile, ndr). In un caso mi sono avvicinato a un’auto con a bordo tre extracomunitari e ho chiesto al conducente se avevano bisogno di qualcosa ma loro si sono allontanati. Comunque sia segnalare gli avvistamenti in tempo reale è utile perché in questo modo, oltre a favorire eventuali controlli, tutti stanno all’occhio e il malvivente si sente osservato e quindi si allontana».

Non c’è nessun pericolo, vero? «No. È importante, come insegna la stessa associazione nazionale, non sostituirsi alle forze dell’ordine. Questo sia per questioni di privacy che di sicurezza. Bisogna solo osservare e prendere eventuali targhe. Cosa che non costa molta fatica, tra l’altro».

Si tratta solo di senso civico, insomma? «Sì e ben venga riscoprire il senso di comunità perché ormai non c’è più l’insegnamento dell’educazione civica nemmeno a scuola».