Solo in due nella casa dello studente: uno spreco da 5 milioni e mezzo di euro

Lodi, nel 2015 vi hanno alloggiato in tutto una decina di giovani di CARLO D'ELIA

L'esterno dell'edificio (Cavalleri)

L'esterno dell'edificio (Cavalleri)

Lodi, 11 gennaio 2016 - In attesa del trasferimento dell’intera facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano nelle strutture in località Cascina Codazza nel 2018, la Casa dello studente resta inutilizzata. Il cantiere per l’ampliamento del polo universitario di Lodi è iniziato solo a dicembre scorso. Dopo due progetti non attuati e accordi di programma andati in fumo, questa sembra essere la volta buona. Ora ci vorranno almeno 24 mesi prima di vedere realizzato il progetto dell’architetto giapponese Kengo Kuma. Un investimento complessivo di 62 milioni e 600 mila suddivisi da Statale, Regione, Comune di Lodi e Provincia.

Nel frattempo a pagarne le conseguenze sono le strutture già ultimate che dovranno attendere almeno due anni prima di funzionare a regime, nella speranza che lasciate inutilizzate non deperiscano. Quella inaugurata in pompa magna il 23 ottobre 2014 in via Pierre e Marie Curie, a 100 metri dal Parco Tecnologico Padano, è una tipica cascina lombarda ristrutturata e trasformata in residenza per studenti, ricercatori e docenti. I 5 milioni e mezzo di euro utilizzati per acquistare prima e ristrutturare poi lo stabile della Casa dello studente, languono in attesa dell’arrivo di nuove matricole.

Nel 2015, da marzo a giugno, meno di una decina di studenti, impegnati alla clinica veterinaria per grandi animali e al centro zootecnico didattico sperimentale, distanti meno di 500 metri dal complesso abitativo, hanno approfittato per qualche mese del pensionato. Solo due, invece, le matricole che in questi giorni alloggiano nella struttura. Numeri eloquenti. Gran parte delle stanze non sono mai state utilizzate. E le spese di gestione restano enormi. Oltre al custode, che gestisce un complesso molto spesso vuoto, ci sono da pagare le spese di luce, riscaldamento e gas. Buona parte della spese di realizzazione della struttura sono state coperte attraverso i soldi pubblici arrivati dal ministero dell’Istruzione e da Regione Lombardia.

di CARLO D'ELIA