Mercoledì 24 Aprile 2024

La Casa del popolo si arrende: troppe spese e nessun giovane, la struttura chiude

La Casa del Popolo, fucina di eventi culturali, sociali e politici, non arriverà ai compiere i 18 anni: lunedì sera l’assemblea dei soci ne ha decretato la fine, nonostante i 500 associati registrati ancora nel 2014, di cui almeno 250-300 sempre attivi. Motivo? «Problemi di natura economica e gestionale» spiega Isa Ottobelli, docente in pensione e presidente della ‘Casa’ (oltre che dell’Anpi) dal 2010 di Laura De Benedetti

Isa Ottobelli, presidente dal 2010 (Cavalleri)

Isa Ottobelli, presidente dal 2010 (Cavalleri)

Lodi, 28 gennaio 2015 - La Casa del Popolo, fucina di eventi culturali, sociali e politici, non arriverà ai compiere i 18 anni: lunedì sera l’assemblea dei soci ne ha decretato la fine, nonostante i 500 associati registrati ancora nel 2014, di cui almeno 250-300 sempre attivi. Motivo? «Problemi di natura economica e gestionale» spiega Isa Ottobelli, docente in pensione e presidente della ‘Casa’ (oltre che dell’Anpi) dal 2010.

Come sono andate le cose?

«Da dicembre ci siamo riuniti quasi tutte le settimane per valutare la situazione. Non c’è un motivo prevalente. Avevamo ancora tante cose da dire ma abbiamo considerato che era meglio fermarci e chiudere con onore. Dopo quasi 20 anni di attività siamo invecchiati, qualcuno si è allontanato per motivi familiari senza rimpiazzi: è mancato l’inserimento di giovani, sia nella gestione di iniziative, sia per la pura e semplice manovalanza in cucina, per le cene che spesso precedevano gli incontri, e per la pulizia. A ciò si aggiungono l’aumento dei costi e della burocrazia: proprio stamattina (ieri, ndr) siamo stati dal commercialista e anche chiudere richiederà tempo e denaro».

Com’era nata la Casa del Popolo, nella sua storica sede di via Selvagreca, con la sala della musica, il locale ristorazione, il cortile esterno?

«Venne creata nel 1997 per volontà di un gruppo di soci-amici: abbiamo affittato uno spazio per attività culturale, associativa, politica: per trovarci intorno ad un tavolo, anche senza relatori, a discutere di vari argomenti, aprendoci alle proposte di tutti. Poi l’attività si è allargata. C’erano temi ricorrenti: donne, sociale, corsi; di recente il Governo di Tunisi ha inviato qui ogni domenica docenti per far conoscere ai tunisini nati a Lodi le proprie tradizioni».

Cosa ricorda con più affetto?

«Forse non mi sono persa nemmeno un’iniziativa... credo comunque la rassegna sull’Argentina, con la testimonianza di una delle madri di plaza de Mayo, i vari concerti jazz con amici, come Luca Garlaschelli, tornati più volte, tanti dibattiti. Ho tutto il materiale: chissà se, nel tempo, sarà possibile fare una piccola pubblicazione. Di certo organizzeremo una cena di saluto, sperando che qualcuno raccolga il nostro testimone».

E la Federazione Usb, che ospitate?

«Deciderà con la proprietà se subentrare».

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