Martedì 23 Aprile 2024

Cardiologia riorganizzata negli ospedali lodigiani: «I risultati miglioreranno»

Il direttore del dipartimento medico-oncologico Ucci: i medici rendono meglio se lavorano su ‘grandi numeri’ di Tiziano Troianello

REPARTI Giovanni Ucci, 57 anni, direttore del dipartimento Medico-Oncologico dell’Azienda Ospedaliera di Lodi

REPARTI Giovanni Ucci, 57 anni, direttore del dipartimento Medico-Oncologico dell’Azienda Ospedaliera di Lodi

Lodi, 30 novembre 2014 - «Abbiamo avviato la riorganizzazione dell’attività cardiologica nel Lodigiano per garantire un servizio appropriato, più efficente, sicuro e vicino ai cittadini». A sostenerlo è Giovanni Ucci, direttore del Dipartimento Medico-Oncologico dell’Azienda Ospedaliera di Lodi. Il dottore spiega che l’accorpamento dei posti letti avvenuto nei giorni scorsi a Codogno tra i reparti di medicina e cardiologia è stato compiuto con l’obiettivo di «garantire migliori risultati per l’utenza». «Per tutte le attività professionali – dichiara – è riconosciuto che i risultati migliori dipendono anche dall’esperienza dei professionisti determinata dal volume dell’attività: quanti più casi un professionista tratta tanto più il risultato sarà vicino alle attese più ottimistiche. Per questo le raccomandazioni delle associazioni professionali cardiologiche, recepite dalla Regione Lombardia, suggeriscono che una unità operativa di Cardiologia, per assicurare risultati adeguati, dovrebbe oggi servire una popolazione di non meno di 300.000 abitanti, superiore a quella del Lodigiano. In medicina è dimostrato che se i casi trattati diminuiscono, aumenteranno le complicanze e il risultato complessivo peggiora fino all’aumento della mortalità».

Questo il motivo principale, secondo il dottor Ucci «che ha indotto il Dipartimento Medico-Oncologico a ripensare l’organizzazione». «Abbiamo cominciato da qualche anno con l’Oncologia aggregando e rendendo sinergica l’attività del reparto di Casalpusterlengo con quello di Lodi – aggiunge –. Oggi a Casalpusterlengo viene effettuata tutta la diagnostica di primo livello ed i trattamenti meno complessi ma se in caso necessità di esami di secondo livello o di trattamenti più complessi e tanto rischiosi da far ipotizzare il ricorso alla terapia intensiva allora il paziente viene ricoverato e trattato a Lodi per il tempo richiesto. Analogamente, anche per il tumore della mammella è dimostrato che i risultati migliori la paziente li ottiene se può contare su un’equipe multidisciplinare denominata “Breast Unit” che tratti non meno di 150 nuovi casi all’anno, poco meno dei nuovi casi che si verificano ogni anno nella provincia di Lodi (circa 200). Stiamo lavorando per estendere la Breast Unit anche al presidio di Codogno». «Per la cardiologia – conclude – già da tempo tutta la patologia ischemica (gli infarti per intenderci) del Basso Lodigiano viene gestita in maniera sinergica ed unitaria con il reparto di Lodi. Tutte le attività ambulatoriali, di day hospital e di ricovero continueranno ad essere fatte a Codogno avendo la sicurezza di un percorso elettivo, rapido ed efficiente, le prestazioni più complesse nel presidio di Lodi. I professionisti ruoteranno in modo da migliorare le competenze e le capacità professionali dell’intera equipe».