Caos Camere di commercio: Lodi continua a sognare Milano

Il presidente Carlo Gendarini: "Con i tagli previsti dal Governo, a rimetterci saranno le microimprese"

Carlo Gendarini

Carlo Gendarini

Lodi, 29 gennaio 2016 - "Ci piace l'idea della Regione di creare dei 'cantoni' e dunque l'ipotesi di inglobare Lodi nel 'cantone' di Milano: è importante aggregarsi dove si ritiene di avere la maggiore affinità, secondo la linea emersa anche dal confronto con le associazioni di categoria e il consiglio. Il taglio del 25% del personale, a livello nazionale, tra le camere che si accorperanno (si stima una sessantina sulle 105 esistenti, ndr) potrebbe creare difficoltà, che andranno eventualmente valutate, anche se Milano aveva già dimostrato interesse all'aggregazione. Speriamo che il decreto rispetti le volontà dei territori e rafforzi l'importanza dei presidi territoriali, di cui siamo forti sostenitori". Carlo Gendarini, presidente della Camera di Commercio di Lodi, costretta per legge, con le sue 20mila imprese, all'accorpamento, ha fatto ieri il punto della situazione, dopo lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti, ribandendo la volontà di tornare con Milano, "centro economico italiano ed europeo".

Lodi, ha ribadito "è già un ente efficiente e attento ai costi, snello, con 30 dipendenti sui 35 previsti in pianta organica. L'eventuale taglio riguarderebbe inoltre solo le funzioni amministrative interne, non di sportello". Se Milano, però, per evitare tagli, dovesse dire no, Lodi dovrebbe optare per l'unione con altre realtà regionali: solo quella con Cremona non permetterebbe di raggiungere la soglia di 75mila imprese (50 mila le aziende iscritte nei due territori); quelle ipotetiche con Pavia, Mantova, Como o Lecco, invece sì. Ma è presto per pensare ad un piano di riserva.

"Il vero problema - sottolinea Gendarini, rimarcando che le Camere non sono finanziate dallo Stato - è che le micro imprese, a fronte di un risparmio medio di iscrizione di neppure 100 euro l'anno, potrebbero non avere più quelle garanzie economiche necessarie per accedere a fondi nazionali e internazionali, attivati, nel nostro caso, grazie all'importante accordo con Regione Lombardia, la quale si impegna a cofinanziare i progetti di sviluppo economico". Sul presidio attivato nei giorni scorsi dai dipendenti, in attesa che il Governo predisponga i decreti attuativi, ora solo in bozza, della legge di riforma camerale, Gendarini ha affermato: "Spero che, di fronte ad esuberi, prevalga il criterio graduale, di uscita senza turn over. Seppur seguendo le indicazioni dei decreti attuativi, spetterà in ultimo ad Unioncamere di approntare il piano di razionalizzazione, per cui potrà entrare nel dettaglio con competenza".