Tagli alle Camere di commercio: a Lodi dipendenti sulle barricate

Contro il decreto di riordino del sistema camerale previsto per venerdì in Consiglio dei ministri

Loredana Brattoli, Anna Di maggio, Floriana Lupo delle Rsu

Loredana Brattoli, Anna Di maggio, Floriana Lupo delle Rsu

Lodi, 26 gennaio gennaio 2016 - C'è fermento al numero 15 di via Giovanni Haussmann. I lavoratori della Camera di commercio di Lodi, come i colleghi sparsi per tutta Italia, hanno proclamato ieri lo stato di agitazione contro la bozza di Decreto di riordino delle Camere di commercio, la cui discussione è prevista dopodomani in Consiglio dei ministri. Un testo che prevedebbe una riduzione del personale del 15%, che salirebbe a 25 per quelle accorpate: mille posti di lavoro persi su 7mila. Per quanto riguarda la sede di Lodi, che ha 20mila imprese iscritte, ben al di sotto della soglia di 75mila prevista dalla riforma Madia, l’accorpamento è praticamente certo. Se verticale con Milano, o orizzontale lungo l’asta del Po, è ancora da vedere. "Più chiarezza si avrà solo dopo aver capito quali regole saranno inserite nel decreto – spiega il presidente Carlo Gendarini –: un taglio di posti maggiore per le sedi accorpate evidentemente disincentiverebbe l’unione con Milano". In quel caso, infatti, la Camera di commercio del capoluogo non avrebbe nessun interesse a unirsi con Lodi.

"Il provvedimento mette in serio pericolo la tenuta occupazionale e soprattutto i servizi alle imprese – scrivono le Rsu in una nota –. Priverebbe le Camere di commercio di tutte quelle funzioni di sostegno, come promozione, confidi, imprenditoria femminile, internazionalizzazione, che svolgono da decenni con competenza, con gravi ripercussioni sui sistemi locali e sull’occupazione. Non vi è alcun nesso di causa ed effetto tra la riforma del sistema camerale e il beneficio che ne trarrebbe il tessuto imprenditoriale". Domani alle 10.30 i lavoratori, una trentina, si riuniranno in assemblea sindacale con presidio e volantinaggio davanti alle sede.