Boom di stranieri nel Lodigiano, ma sono sempre meno quelli che restano senza lavoro

Dal 2000 al 2013 quintuplicato il numero di immigrati in provincia

Da sinistra Alessio Menonna, Mauro Soldati, Francesco Ramunni, Giancarlo Iannello (Cavalleri)

Da sinistra Alessio Menonna, Mauro Soldati, Francesco Ramunni, Giancarlo Iannello (Cavalleri)

Lodi, 20 novembre 2014 - Gli stranieri nel Lodigiano dal primo gennaio del Duemila all’1 luglio 2013 sono quintuplicati, passando da 6 a 29mila. Anche se, dopo il picco del 2011 (31 mila) sono ora in calo progressivo. Di questi 24.800, pari all’86% del totale, sono residenti, cui si aggiungono 2.400 regolari non residenti (triplicati da inizio secolo), ovvero l’8,4%, e ‘solo’ 1.500 irregolari, pari al 5%. Quest’ultimo dato, nonostante la percezione alterata che spesso si ha del fenomeno a causa della questione dei profughi e degli sbarchi, è al minimo storico per il Lodigiano: nel Duemila gli irregolari erano il 30% (1.700 su 5.900); dall’introduzione della Bossi-Fini, a fine 2002, il numero si è ridotto, arrivando nel 2003 al 7%, per poi risalire al 14% nel 2006, e stabilizzarsi tra 10-11% nel 2007-09 e scendere fino al dato attuale per molteplici fattori, tra cui la libera circolazione in Europa di romeni e bulgari, le sanatorie per colf e badanti e i provvedimenti di emersione dal lavoro nero, ma anche rientri o trasferimenti in altri Paesi.

Secondo Alessio Menonna della Fondazione Ismu, che ha elaborato le statistiche, gli stranieri sono per lo più dell’Est Europa (45%), sestuplicati dal Duemila al 2013: hanno raggiunto quota 12.800 (nel 2011 il picco con 14.000 presenze): di questi 7mila sono romeni (più del doppio di qualsiasi altro gruppo). I nordafricani (6,8%, cui si aggiunge un 2,7% del resto dell’Africa) sono passati invece da 2.000 a 7.400 nel 2011, per attestarsi poi a 6.800. Se nel 2001 il 59% degli immigrati era composto da uomini, oggi è stata pressoché raggiunta la parità di genere (51%).

L’età media degli stranieri è 33 anni e l’appartenenza alle religioni musulmane, proprio per l’incremento di romeni ortodossi, è in diminuzione: era il 51% nel 2011, scesa al 40% lo scorso anno. La percentuale di coloro che sono arrivati nel Lodigiano da meno di 5 anni è scesa dal 51 al 23%. Sono soprattutto marocchini e albanesi a risiedere qui da più di undici anni. I disoccupati oscillavano tra 9 e 14% nel 2011-12, poi si sono assestati al 7% nel 2013: Lodi è sopra la media lombarda per la quota di lavoratori stranieri a tempo indeterminato. Gli uomini sono soprattutto muratori (33%) o magazzinieri (9%), le donne sono assistenti (33%) o domestiche ad ore (15%). Le casalinghe, invece, sono da sempre attorno al 13%. Tra 2001 e 2009 l’acquisto della casa è passato dal 7 al 34%, per scendere, nel 2013, al 19%. Scese dal 19 al 14% le coabitazioni e dal 9 all’1% l’accoglienza in centri.