Felissari presidente della Laudense: "Il nostro segreto sarà l'affidabilità"

Lodi, l'ex onorevole si è insediato al timone del consiglio d'amministrazione dell'istituto

Lino Osvaldo Felissari è stato anche sindaco e presidente della Provincia di Lodi

Lino Osvaldo Felissari è stato anche sindaco e presidente della Provincia di Lodi

Lodi, 25 maggio 2016 - Da lunedì è il presidente della Bcc Laudense. Una sfida tutta nuova per Lino Osvaldo Felissari, 65 anni, uno dei politici più noti del territorio, ex parlamentare (dal 1987 al 1994), ex sindaco di Lodi Vecchio (tra il 1975 e il 1985 e poi tra il 1995 e il 2004) e infine presidente della Provincia di Lodi, quando era in piena efficenza e non era un ente al tramonto come adesso, dal 2004 e il 2009. L’esponente prima del Pci e del Pds e poi di Ds e Pd, è stato scelto per guidare il nuovo Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito uscito vincitore dalle elezioni che si sono svolte domenica al Parco Tecnologico Padano. I soci hanno puntato su di lui e sulla sua lista, dice qualcuno, «anche per far uscire la Laudense da quella chiusura in sè stessa in cui era finita negli ultimi tempi tradendo un po’ i valori fondativi». Felissari, dopo la sconfitta alle elezioni del 2009 (al suo posto alla guida della Provincia era salito Pietro Foroni della Lega Nord), si era dedicato ad altro ed era diventato responsabile delle relazioni esterne di Assotrattenimento, associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito.

Presidente, come mai ha deciso di buttarsi in questa nuova avventura?

"Innanzitutto sono un socio storico, da oltre un decennio. Sono stato conquistato dall’affabilità di chi ci lavora, l’ho conosciuta nella sua relazione con il territorio e ritengo che detenga valori da preservare".

Quando è nata questa idea di mettersi in gioco nel mondo bancario?

"Qualche mese fa mi è stato chiesto, da Lodi, di dare una mano soprattutto nel seguire lo sviluppo della riforma delle Bcc, che era in discussione a Roma. Ciò anche grazie alle relazioni istituzionali che stavo portando avanti con il mio nuovo lavoro. Ho iniziato così a parlare con sempre maggiore frequenza con un consigliere uscente della Bcc e pian piano si è parlato anche dell’idea di candidarsi al Cda. Cosa che poi è diventata realtà".

Quali le sue primissime impressioni?

"Noto una squadra di dipendenti giovani, affiatati e motivati. Mi piace vedere come dedichiamo attenzione alla prima accoglienza dei clienti. Noi siamo una banca che offre (e non vende) servizi. Altre realtà hanno prodotti sicuramente più competitivi dei nostri. Noi dobbiamo rassicurare i clienti, privati e aziende, con l’affidabilità. Inoltre devo dire che trovo conti in salute e quindi un grazie particolare va a chi ha retto fino ad ora le sorti dell’istituto".

Ma dalla Provincia alla banca il salto è grande?

"Non parlerei di salto. Non c’è uno strappo rispetto a quello che ho fatto nella mia vita. Il mio apporto non sarà sicuramente basato sulla competenza specifica, quanto piuttosto sulle mie capacità di intessere relazioni istituzionali e non solo. Mi è stato chiesto di stare vicino a un mondo che adesso ha bisogno di reinventarsi".

Sul tema delle possibili aggrehazioni della Laudense con altre bcc cosa si sente di dire ai soci e ai correntisti?

"Dico solo che il dettato normativo non è stato ancora completato. Poi il legislatore non ha imposto aggregazioni e questa mi sembra un merito importante. Apre anche alla possibilità di «sinergie orizzontali".

Qualcuno ha ipotizzato che dietro di lei ci fosse il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini (suo predecessore alla guida della Provincia di Lodi, ndr) e che fosse una manovra per avere una banca del Pd.

"Questa è una sciocchezza gigantesca. Con Guerini di questo mio impegno non ho mai parlato. E mi dispiace sia stato tirato in mezzo".