Banco popolare: soci divisi su utile e fusione con Bpm

Conto in positivo ma crediti deteriorati per 14 miliardi. E a Lodi le reazioni sono diverse

Il Bpl Center di Lodi

Il Bpl Center di Lodi

Lodi, 10 febbraio 2016 - Quattrocentrotrenta milioni di utile e un tonfo in borsa, -8,63 per cento. Per il Banco popolare ieri è stata una giornata in chiaroscuro: da un lato, l’approvazione della relazione finanziaria al 31 dicembre 2015, che fotografa un ritorno agli utili (il 2014 si era chiuso con una perdita netta di 1,94 miliardi) e l’annuncio di un seppur timido dividendo, 15 centesimi ad azione; dall’altro, il disastro del titolo (non era il solo), che in un mese ha perso circa il 40 per cento. E in chiaroscuro sono anche le reazioni delle associazioni lodigiane dei soci del Banco ai conti.

"I 430 milioni di utile sono sicuramente un fatto positivo per un gruppo che ha avuto le sue difficoltà – commenta Donato Vestita, presidente dell’associazione Prima Banca 1864 –. La trasformazione in Spa ha creato turbolenze. Anche i 15 centesimi di dividendo, al di là del valore, sono un buon segnale". A tenere banco è soprattutto l’ipotesi di fusione con Bpm. Ieri l’ad Pier Francesco Saviotti non l’ha data per fatta, ma quasi: "Devo dire la verità: abbiamo fatto dei passi in avanti molto importanti, che mi portano a pensare in positivo". "Credo che debba prevalere la volontà di creare un grosso gruppo nel ranking delle banche più importanti – prosegue Vestita –. Ma è chiaro che vogliamo il rispetto della territorialità e ci sentiremmo tutelati se nel riequilibrio dell’asset dei consiglieri venisse reintrodotta una figura come quella della dottoressa Cristina Zucchetti".

Su posizioni diametralmente opposte è Modesto Volpe, che rappresenta l’Associazione Nazionale Piccoli azionisti: "È vero, c’è un utile. Ma cosa sono 430 milioni per un gruppo che ha oltre 14 miliardi di esposizioni deteriorate? Se non di più...". Una vittoria di Pirro, dunque, frutto in ogni caso della gestione Saviotti che Volpe riconosce "buona". "Ma se è vero che di quei 14 miliardi in sofferenza, due sono con appena dieci soggetti, mi chiedo: siamo ancora una banca ‘popolare’? L’anno scorso, con una perdita di quasi due miliardi l’assemblea dei soci approvò il bilancio con una maggioranza bulgara, oltre il 99 per cento. Questa volta, quindi, con 430 milioni di utile dovremmo almeno lanciare fuochi pirotecnici".

Fuori dall’ironia, Volpe non nasconde l’ostilità per una gestione non trasparente: "Le assemblee dei soci sono a voto palese, ogni socio ha qualcosa da perdere se vota no: così il management può fare ciò che vuole e non va mai a casa. In Italia i manager delle banche se ne vanno solo se interviene la magistratura". Su questi punti l’associazione sta realizzando un documento da inviare nei prossimi giorni alla Bce per chiedere un cambiamento nelle regole. Liquidato il dividendo – "Altrimenti il consenso come lo ottieni?" –, Volpe chiude sulla fusione con Bpm: "È già deciso: Giarda, che è anziano, si ritirerà, Fratta Pasini diventerà presidente, Saviotti si farà da parte per andare a guidare per due anni il consiglio di sorveglianza". E i dipendenti? "Carne da macello".