Pesci e insetti pericolosi dall’estero stanno invadendo i territori del fiume

La minaccia arriva dal Po. Secondo i rilevamenti del Parco Adda Sud e gli studi effettuati dall’ufficio scientifico coordinato dal professor Riccardo Groppali, è dal grande fiume padano che risalgono sempre più spesso le specie di pesci stranieri che vanno a occupare i territori umidi dell’Adda

Guardie ecologiche volontarie del Parco Adda Sud sulla sponda del fiume (Cavalleri)

Guardie ecologiche volontarie del Parco Adda Sud sulla sponda del fiume (Cavalleri)

Lodi, 20agosto 2014 - La minaccia arriva dal Po. Secondo i rilevamenti del Parco Adda Sud e gli studi effettuati dall’ufficio scientifico coordinato dal professor Riccardo Groppali, è dal grande fiume padano che risalgono sempre più spesso le specie di pesci stranieri che vanno a occupare i territori umidi dell’Adda. «Nella parte bassa del fiume — spiega Groppali – ormai più del 50 per cento della popolazione ittica è formata da esemplari stranieri introdotti dall’uomo per motivi di pesca sportiva, come ad esempio l’Aspio e il Luccioperca originari dell’Europa centro orientale e ben più pericolosi e dannosi dello stesso pesce siluro». Il comando delle Guardie ecologiche volontarie del Parco Adda Sud insieme al settore scientifico sta monitorando la situazione.

«Ogni anno che passa — spiega Maurizio Polli, responsabile delle Gev — rileviamo una progressiva espansione di specie alloctone sui 24 mila ettari di Parco fra Lodi e Cremona». Ci sono pesci, insetti e mammiferi. Per quanto riguarda la fauna ittica, oltre ad Aspio e Luccioperca c’è anche il cobite asiatico, un pesciolino di stagno che dalle risaie del Pavese si sta espandendo nei canali grazie alla sua particolare resistenza e voracità e che sta sfrattando i pesciolini italiani tipici delle rogge di pianura. Ma negli ambienti umidi c’è anche un’altra specie che pare non conoscere limiti: la nutria. Si tratta di una specie di “macchina da guerra anfibia” che grazie alla propria capacità di vivere in acqua sfugge ai predatori, moltiplicandosi a dismisura e devastando rogge, campi e canali.

«A volte però ci pensa la Natura a riportare le cose in equilibrio — spiega Groppali — come è successo per l’Ifantria, la gatta pelosa. Fino a qualche anno fa era frequente trovare zone del Lodigiano e del Cremonese dove gli alberi erano soffocati da quella specie di tela di ragno creata da questo bruco. Oggi lo spettacolo è meno frequente perché le nostre tortorelle hanno iniziato a cacciarla». Ma adesso per il settore scientifico del Parco Adda Sud la minaccia più grave potrebbe arrivare sempre dall’Estremo Oriente via Francia: si tratta della vespa velutina. Un insetto in grado di sterminare interi alveari e contro il quale le nostre api europee non hanno le tecniche di difesa apprese invece dalle loro cugine asiatiche.