2009-08-07
LODI
NELLE chiacchierate che seguono spesso le riunioni del Consiglio comunale, in piazza Broletto, qualcuno, raccontando la politica ai tempi del pentapartito lo definì mesi fa «il democristiano più potente di Lodi». Sarà uniperbole, ma lanonimo consigliere non sbaglia. Nella fiera delle correnti Dc di Lodi di potenti ce nerano a iosa. Erano gli anni in cui Lodi aveva un manipolo di deputati, in cui Coldiretti e Consorzi agrari erano potenze assolute. Prima dei crac e delle svendite. Patrizio Sguazzi (nella foto), 60 anni, Codognese, sempre defilato come tutti i potenti, era uno che contava davvero. Imprenditore lo è tuttora, non solo per la fresca nomina al Cda della Bpl. Al suo attivo partecipazioni in 15 aziende, dallimmobiliare fino alle energie rinnovabili. Ha poi cariche sociali, nel suo passato, in 31 società. Il suo arresto, nelle convulse giornate di Tangentopoli, fu un colpo duro per la Dc, finito con il pattegiamento di 1 anno e il versamento di 450 milioni. Da presidente delle Nord, Sguazzi rappresentava il successo di una generazione di «colonnelli» 40enni che nella Dc erano considerati gli epigoni della sinistra di De Mita, della corrente di «Base». Si legarono al giovane Giovanni Goria e il grande laboratorio di soprannomi della Dc li ribattezzò i «goriacei». Sguazzi nel 1987 era capo della segreteria tecnica, quando Goria approdò a Palazzo Chigi. Dopo Goria, si rafforzò il legame con Bruno Tabacci, presidente della Regione, che lo volle alla guida delle Fnm, che lui quotò in borsa. Nel cda delle Nord, anche Vincenzo Nicastro, già nella Federconsorzi, quando Goria era ministro dellAgricoltura. E il crac della Federconsorzi valse a Sguazzi una convocazione come testimone nel processo fallimentare. Curioso il legame con Gabriella Carlucci, oggi deputata, che in unintervista a Sette del Corriere della Sera, nel 2001, ricorda: «Goria lho conosciuto bene perché il suo assistente era un mio amico dinfanzia, Patrizio Sguazzi. Quando Goria è diventato importante me lo ha presentato».
Gui.Ba.
LODI
NELLE chiacchierate che seguono spesso le riunioni del Consiglio comunale, in piazza Broletto, qualcuno, raccontando la politica ai tempi del pentapartito lo definì mesi fa «il democristiano più potente di Lodi». Sarà uniperbole, ma lanonimo consigliere non sbaglia. Nella fiera delle correnti Dc di Lodi di potenti ce nerano a iosa. Erano gli anni in cui Lodi aveva un manipolo di deputati, in cui Coldiretti e Consorzi agrari erano potenze assolute. Prima dei crac e delle svendite. Patrizio Sguazzi (nella foto), 60 anni, Codognese, sempre defilato come tutti i potenti, era uno che contava davvero. Imprenditore lo è tuttora, non solo per la fresca nomina al Cda della Bpl. Al suo attivo partecipazioni in 15 aziende, dallimmobiliare fino alle energie rinnovabili. Ha poi cariche sociali, nel suo passato, in 31 società. Il suo arresto, nelle convulse giornate di Tangentopoli, fu un colpo duro per la Dc, finito con il pattegiamento di 1 anno e il versamento di 450 milioni. Da presidente delle Nord, Sguazzi rappresentava il successo di una generazione di «colonnelli» 40enni che nella Dc erano considerati gli epigoni della sinistra di De Mita, della corrente di «Base». Si legarono al giovane Giovanni Goria e il grande laboratorio di soprannomi della Dc li ribattezzò i «goriacei». Sguazzi nel 1987 era capo della segreteria tecnica, quando Goria approdò a Palazzo Chigi. Dopo Goria, si rafforzò il legame con Bruno Tabacci, presidente della Regione, che lo volle alla guida delle Fnm, che lui quotò in borsa. Nel cda delle Nord, anche Vincenzo Nicastro, già nella Federconsorzi, quando Goria era ministro dellAgricoltura. E il crac della Federconsorzi valse a Sguazzi una convocazione come testimone nel processo fallimentare. Curioso il legame con Gabriella Carlucci, oggi deputata, che in unintervista a Sette del Corriere della Sera, nel 2001, ricorda: «Goria lho conosciuto bene perché il suo assistente era un mio amico dinfanzia, Patrizio Sguazzi. Quando Goria è diventato importante me lo ha presentato».
Gui.Ba.
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