{{IMG}} 2009-05-08
LODI
ERA INNAMORATO della bella vita. Due appartamenti da sogno a Melegnano, auto di lusso, vestiti alla moda e un giro di amici altolocati: donne e uomini di spettacolo, cantanti, medici, avvocati e liberi professionisti: la sua rubrica era fitta di nomi e cognomi importanti. Ma ieri per Pietro R., 37 anni, ex bodyguard dei vip a Milano, si sono aperte le porte del carcere di Lodi. È stato arrestato dalla Squadra Mobile della Polizia. Nelle due case che luomo aveva comprato a Melegnano (in via San Gregorio Galli e via 8 Giugno), gli agenti hanno trovato un etto di cocaina di ottima qualità, divisa in dosi, e qualche grammo di hascisc. Nel cassetto e sopra un armadio, larrestato aveva nascosto una bilancia di precisione e un coltello per tagliare la «neve». Nella cassaforte, 2.200 euro in contanti: 44 banconote da 50 euro. Sul tavolo, una carta didentità falsificata e sei telefoni cellulari allultima moda che gli servivano, secondo la Polizia, a tenere i contatti con i clienti. «Tutta gente bene, che non voleva avere contatti con gli spacciatore fra i campi», spiega il capo della Squadra Mobile, Alessandro Battista. I clienti vip arrivavano da Milano e dalle province di Lodi e Piacenza. Nessuno di loro è stato (per ora) segnalato alla Prefettura come consumatore di stupefacenti, anche perché le indagini sono in corso. Ci sono assegni firmati e nomi sullagenda dello spacciatore: ora i titolari dovranno spiegare perché. Gli agenti stimano che Pietro R. avesse un giro daffari di circa 4 etti alla settimana: un business da 128mila euro al mese.
A INSOSPETTIRE gli investigatori è stato il tenore di vita delluomo: ultimo lavoro muratore, disoccupato da anni, non nascondeva auto di lusso, arredamenti da sogno e uscite serali nei locali più «in». Oltre al via vai di gente che suonava al campanello dei suoi appartamenti e passava a ritirare la «roba». Quando ai polsi di Pietro R. sono scattate le manette, non ha commentato. Impassibile.
I poliziotti hanno trovato a casa sua anche una carta didentità con un nome inventato ma la foto dellarrestato: un falso dautore, «di buona qualità», spiega Battista. E larrestato aveva un precedente penale legato proprio alla falsificazione di carta didentità. Ieri il Tribunale di Lodi ha convalidato larresto. Gli avvocati avrebbero tentato di patteggiare, ma il pubblico ministero avrebbe chiesto una condanna non inferiore ai 6 anni di reclusione. Laccordo è saltato, la prossima udienza è fissata al 13 maggio.
Fabrizio Lucidi
LODI
ERA INNAMORATO della bella vita. Due appartamenti da sogno a Melegnano, auto di lusso, vestiti alla moda e un giro di amici altolocati: donne e uomini di spettacolo, cantanti, medici, avvocati e liberi professionisti: la sua rubrica era fitta di nomi e cognomi importanti. Ma ieri per Pietro R., 37 anni, ex bodyguard dei vip a Milano, si sono aperte le porte del carcere di Lodi. È stato arrestato dalla Squadra Mobile della Polizia. Nelle due case che luomo aveva comprato a Melegnano (in via San Gregorio Galli e via 8 Giugno), gli agenti hanno trovato un etto di cocaina di ottima qualità, divisa in dosi, e qualche grammo di hascisc. Nel cassetto e sopra un armadio, larrestato aveva nascosto una bilancia di precisione e un coltello per tagliare la «neve». Nella cassaforte, 2.200 euro in contanti: 44 banconote da 50 euro. Sul tavolo, una carta didentità falsificata e sei telefoni cellulari allultima moda che gli servivano, secondo la Polizia, a tenere i contatti con i clienti. «Tutta gente bene, che non voleva avere contatti con gli spacciatore fra i campi», spiega il capo della Squadra Mobile, Alessandro Battista. I clienti vip arrivavano da Milano e dalle province di Lodi e Piacenza. Nessuno di loro è stato (per ora) segnalato alla Prefettura come consumatore di stupefacenti, anche perché le indagini sono in corso. Ci sono assegni firmati e nomi sullagenda dello spacciatore: ora i titolari dovranno spiegare perché. Gli agenti stimano che Pietro R. avesse un giro daffari di circa 4 etti alla settimana: un business da 128mila euro al mese.
A INSOSPETTIRE gli investigatori è stato il tenore di vita delluomo: ultimo lavoro muratore, disoccupato da anni, non nascondeva auto di lusso, arredamenti da sogno e uscite serali nei locali più «in». Oltre al via vai di gente che suonava al campanello dei suoi appartamenti e passava a ritirare la «roba». Quando ai polsi di Pietro R. sono scattate le manette, non ha commentato. Impassibile.
I poliziotti hanno trovato a casa sua anche una carta didentità con un nome inventato ma la foto dellarrestato: un falso dautore, «di buona qualità», spiega Battista. E larrestato aveva un precedente penale legato proprio alla falsificazione di carta didentità. Ieri il Tribunale di Lodi ha convalidato larresto. Gli avvocati avrebbero tentato di patteggiare, ma il pubblico ministero avrebbe chiesto una condanna non inferiore ai 6 anni di reclusione. Laccordo è saltato, la prossima udienza è fissata al 13 maggio.
Fabrizio Lucidi
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