2009-05-08
di FABRIZIO LUCIDI
— LODI —
IL POPOLO delle partite Iva si ingrossa, nonostante la crisi economica. Ma c’è il sospetto che buona parte dell’aumento sia dovuto a centinaia di muratori costretti ad aprire la partita Iva pur di lavorare. Così l’azienda che, di fatto, li tratta come dipendenti fissi, può risparmiare una bella cifra sui contributi. A confermarlo è Pietro Rossi, delegato lodigiano per il comparto edile della Cgil: «Il settore dove più crescono le partite Iva in provincia, non a caso, è quello dell’edilizia». Così i manovali sono costretti da decine di ditte a diventare artigiani, lavoratori autonomi, e le aziende risparmiano alla grande sui contributi. «Ma è vietato dalla legge far lavorare come professionista autonomo chi, di fatto, è un dipendente», spiega Rossi. Ora, con la crisi, oltre al danno è arrivata la beffa: le ditte lasciano a casa le partite Iva «fasulle» perché di lavoro ce n’è poco, tanti cantieri sono fermi. «E i lavoratori che avevano aperto la partita Iva pur non avendo un impiego continuativo, ora devono pagare lo stesso i contributi. Senza contare che molti di loro sono extracomunitari».

CHE L’EDILIZIA nel Lodigiano sia una giungla, è confermato anche dall’operazione «Pandora» condotta in provincia dalla Guardia di Finanza di Lodi, sulla scorta dell’omonima operazione a livello nazionale. Se in Italia le Fiamme Gialle hanno scovato in pochi mesi 5.246 evasori totali, 3 miliardi di euro di redditi non dichiarati, 10mila posizioni lavorative irregolari e 500 milioni di euro di Iva non versati all’Erario, nel Lodigiano le verifiche (nel biennio 2007/2008) sono state 27 e hanno portato ingenti frutti. I ricavi non dichiarati nel solo settore edile messi sotto la lente degli investigatori ammontano a dieci milioni di euro, oltre a due milioni di euro di violazioni sul pagamento dell’Iva.

NON SONO esenti dai vizi neppure impiegati e imprenditori che chiedono di accedere ai servizi sociali comunali: asilo nido, affitti agevolati, case popolari, assegni di maternità e mensa scolastica. Ebbene, dopo il Protocollo d’intesa firmato fra Fiamme Gialle e i più grandi Comuni lodigiani, su 90 controlli, 31 dichiarazioni Isee (il documento che misura il reddito di ogni famiglia, da consegnare ai Comuni per avere i “benefit”) sono risultate irregolari. «Non solo da parte di imprenditori e liberi professionisti — precisano le Fiamme Gialle di Lodi — ma anche da parte di impiegati che magari hanno dichiarato al Fisco il giusto, ma poi hanno presentato ai Comuni l’autocertificazione con redditi minori, per avere più chance». E per incassare i contributi pubblici, in media mille euro a famiglia. I 31 «furbetti» sono stati denunciati alla Procura per falso ideologico commesso da privato: rischiano fino a due anni di carcere.

MA IL MONDO dei «furbetti» è quanto mai variegato. Basti sapere che nel Lodigiano il 14,5% dei cittadini non hanno dichiarato redditi al Fisco. Qualcuno non paga imposte perché non ha davvero in tasca nulla, qualcun altro invece guadagna, ma così poco da non superare i 7.500 euro e rientra nella cosiddetta «no tax area». Oppure è un evasore totale, che si finge povero.

PER AGGIUNGERE un ulteriore tassello al «puzzle» dell’illegalità, basta consultare il sito Internet www.evasori.info. Il sito si basa sulle segnalazioni di normali cittadini che si sono trovati di fronte a episodi di evasione: un negoziante che non rilascia lo scontrino, un libero professionista che pretende di scrivere sulla fattura una cifra più bassa di quanto sborsato realmente dal cliente. Ebbene, nel Lodigiano in pochi mesi sono stati denunciati dai cittadini 190 casi di evasione fiscale, per un ammontare che sfiora i 50mila euro. Nel mirino, 36 ristoranti, quattro idraulici ed elettricisti, quattro avvocati e notai, e ancora medici, dentisti, venditori di case e tecnici della manutenzione. Non è esente dai “furbetti” neppure il mondo dei servizi sociali (segnalata una evasione fiscale da 200 euro).
Nell’identikit tracciato dal sito Internet, la categoria più a rischio evasori è quella degli imprenditori edili. Alle loro spalle gli operatori nel settore immobiliare, seguono medici e dentisti alla pari degli avvocati. E ancora: commercianti all’ingrosso e ristoratori, meccanici, idraulici e elettricisti.
I «furbetti», secondo le statistiche, sono sparsi un pò dappertutto: nella piccola Sant’Angelo Lodigiano come nella “grande” Lodi. Sono una goccia nel mare grande dell’evasione fiscale. Nel cuore dell’ordinata e insospettabile pianura padana.