Omicidio Lidia Macchi, le sorelle Piccolomo: "Contente di aver contribuito all'indagine"

"Siamo state d'aiuto. Abbiamo dato l’input che ha messo in moto le indagini. Se nostro padre è risultato estraneo, buon per lui" G.MOR.

Le sorelle Piccolomo

Le sorelle Piccolomo

Varese, 19 gennaio 2016 - «Siamo state d'aiuto. Abbiamo dato l’input che ha messo in moto le indagini. Se nostro padre è risultato estraneo, buon per lui». Nunzia “Tina” Piccolomo ha aperto da un anno un ristorante a Cocquio Trevisago, lavora molto, vede premiata una scelta coraggiosa. Cocquio è un nome che pesa sinistramente nella sua storia di famiglia: suo padre Giuseppe, un ex imbianchino che oggi ha 65 anni, sconta l’ergastolo per l’omicidio delle “mani mozzate”, la morte della pensionata Carla Molinari, finita a coltellate durante una rapina nella sua abitazione a Cocquio Trevisago e oltraggiata con l’amputazione di entrambe le mani. Tina e la sorella Cinzia avevano riferito al sostituto procuratore generale Carmen Manfredda che dal settembre del 1986 abitavano in una casa in costruzione a meno di un chilometro dal luogo dove, il 7 gennaio 1987 venne scoperto il corpo di Lidia martoriato dalle coltellate. Erano bambine e il padre, a più riprese le avrebbe minacciate che avrebbero fatto la stessa fine della ragazza di Varese.

«Sono contenta per la famiglia Macchi e sono contenta per Lidia. Speriamo che si proceda anche per nostra madre. Sulla fine della mamma non abbiamo dubbi: è stata uccisa da nostro padre». Marisa Maldera, moglie di Piccolomo, muore a 48 anni in un incidente stradale a Caravate il 20 febbraio 2003. Marisa tiene fra i piedi una tanica di benzina bucata e commette l’imprudenza di accendersi una sigaretta. Nel tentativo di togliergliela di bocca, il marito perde il controllo dell’auto, che sbanda provocando l’incidente. L’uomo viene condannato per omicidio colposo. «Nel dicembre del 2002 nostro padre aveva fatto alla mamma due assicurazioni sulla vita. Questo lo abbiamo scoperto io e mia sorella, mentre lui aveva sostenuto che sua moglie non aveva assicurazioni. Si era invaghito di una lavapiatti marocchina, anche se diceva che per lui era come una figlia. Infatti poi l’ha sposata, ci ha fatto due figli ed è diventato musulmano. Mentre la mamma, oltre a essere morta, era passata anche per una stupida che si accendeva la sigaretta con dieci litri di benzina in macchina».