Dall’aratro all’alluminio: epopea italiana di fame vera

Una storia esemplare dello spirito di intrapresa applicato intelligentemente all’emancipazione personale e familiare. La narra la giovane scrittrice Rosalinda Cappello nel romanzo-verità, “Il potere della fame”, pubblicato dalle neonate Idrovolante edizioni di GENNARO MALGIERI

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 12 febbraio 2016 - Una storia italiana. Una storia esemplare dello spirito di intrapresa applicato intelligentemente all’emancipazione personale e familiare. La narra la giovane scrittrice Rosalinda Cappello nel romanzo-verità, “Il potere della fame”, pubblicato dalle neonate Idrovolante edizioni (in catalogo hanno già opere di F.T. Marinetti, scritti politici di Corridoni, oltre ad alcune prove letterarie di esordienti). Il libro, che si legge d’un fiato, grazie alle doti descrittive della Cappello, si snoda lungo tutto il Novecento nel raccontare le vicende della famiglia abruzzese dei Faraone che in quattro generazioni passa dalla semi-indigenza rurale all’affermazione nell’industria manifatturiera. Le tappe sono le stesse di tanti imprenditori che scavandosi una nicchia con la propria tenacia, sono stati capaci di arricchire l’Italia, oltre che se stessi naturalmente. Scavalcando difficoltà insormontabili, derivanti da un retaggio di arretratezza economica e sociale, grazie ad una forza morale esemplare, i Faraone emergono fra i protagonisti della rinascita nazionale con la prospettiva di dare seguito, in una dimensione differente, a ciò che il loro predecessori avevano fatto per migliorare le condizioni familiari in ambito agricolo. E dal mondo contadino si portano dietro i valori civili ed uno stile di vita che sono stati gli elementi del successo industriale fondato sull’innovazione e sul rischio calcolato ed affrontato con coraggio soprattutto nei momenti di difficoltà.

La Cappello raccoglie le loro memorie, le annota, le sistema mettendole insieme in una narrazione assai suggestiva che potrebbe costituire il canovaccio di una fiction televisiva. E sottolinea come i fratelli Faraone siano riusciti a far rivivere armoniosamente in una realtà moderna la tradizione nella quale si sono formati. È questo il segreto del successo? Sembra proprio di sì. Non possono esistere scorciatoie, a meno di non accettare prospettive a breve termine. Il ruralismo e l’industrialismo nella seconda metà del secolo passato si sono integrati di frequente ottenendo risultati eccellenti. È quando il secondo ha voluto, attraverso spericolate operazioni finanziarie e con l’avallo del clientelismo di Stato, soppiantare il primo che la crisi economica ha cominciato a dilagare fino ai disperanti esiti contemporanei. Il legame con il passato, elegantemente sottolineato dalla Cappello, della famiglia Faraone, ormai non più alle prese con mietiture e raccolti, ma con alluminio e prodotti di alta tecnologia ottenuti con materiali d’avanguardia, è il cuore di un’impresa non soltanto industriale, ma civile e ricorda, per alcuni versi, la straordinaria visione di Adriano Olivetti. Una visione nella quale il fattore umano ha giocato il ruolo principale: i lavoratori, infatti, sono stati considerati dai protagonisti di questa storia “maestranze” piuttosto che “dipendenti”. Un umanesimo, si potrebbe dire, che ha dato frutti copiosi, purtroppo non sempre imitato.

ROSALINDA CAPPELLO, Il potere della fame, Idrovolante edizioni