Giovedì 25 Aprile 2024

LIBRI A CONFRONTO DI ANTONIO CALABRO' Pagine di sangue e paura ma è il ritmo che fa il noir

Del noir il ritmo è componente essenziale. Non tanto per scoprire l’assassino. Quanto, soprattutto, per dare il senso d’una indagine sempre e comunque sconvolgente nel profondo di quell’ombra densa dell’intelligenza e del cuore in cui s’annidano le radici d’un delitto

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Milano, 24 gennaio 2015 - È una questione di ritmo. Le parole scandiscono il tempo di pensieri e azioni. I personaggi si muovono con frenesia crescente. I fatti incalzano. “Hard boiled”, roba da duri, dicevano i maestri americani delle detective story (Dashiell Hammett con il suo Sam Spade e Raymond Chandler con Philip Marlowe). Del noir il ritmo è componente essenziale. Non tanto per scoprire l’assassino. Quanto, soprattutto, per dare il senso d’una indagine sempre e comunque sconvolgente nel profondo di quell’ombra densa dell’intelligenza e del cuore in cui s’annidano le radici d’un delitto. Ne sono maestri Pierre Boileau e Thomas Narcejac, di cui Adelphi, meritoriamente, avvia la ripubblicazione delle opere, cominciando con “I diabolici”, bel racconto del 1952 amatissimo da Henri Clouzot (ne fece un film di successo, con Simone Signoret e Paul Merisse) e da Alfred Hitchcock. Provincia francese e periferia di Parigi, autunno primi anni cinquanta, nebbia e pioggia. Ravinel, rappresentante di commercio di articoli da pesca, con la complicità dell’amante Lucienne, decide d’uccidere la moglie Mireille e intascarne l’assicurazione. Veleno. E cadavere buttato in un canale, come per simulare un suicidio. Ma quel cadavere scompare. E Ravinel quasi impazzisce: “Se crediamo all’esistenza di due mondi separati, tra i vivi e i morti, è solo a causa dell’ottusità dei nostri sensi. Ma ci sbagliamo! I morti sono qui tra noi, invisibili, mescolati alla nostra vita…”. Poi, tutto precipita… Commenta Francis Lecassin, sceneggiatore di molti Maigret televisivi tratti dalle pagine di Simenon: “Grazie a Boileau e Narcejac il romanzo poliziesco… è diventato una variante tragica del romanzo tout court”. 

Magistrale anche il ritmo di “Missing /New York” di Don Winslow, Einaudi. Una bambina rapita, in un sobborgo di Lincoln, Nebraska: si chiama Hailey, è nera, famiglia povera. E poi una bambina uccisa. L’ombra d’un serial killer. Paura, indaga Franck Decker, detective determinato. Che rinuncia alla comoda carriera che l’avrebbe fatto diventare capo della polizia locale, per cercare Hailey. Spingendosi fino a New York. Dove nel bel mondo della moda, dell’arte e delle ricche signore benefiche… Si fa notte, per non staccarsi da quelle pagine. È lo stesso effetto che provoca “Gelo” di Maurizio De Giovanni, qui alle prese con una nuova indagine dei “bastardi di Pizzofalcone”, poliziotti orgogliosi d’un commissariato napoletano prima travolto da uno scandalo e ora in cerca di riscatto. Sette personaggi straordinari (a cominciare dall’ispettore Lojacono), con le loro debolezze e le loro manie, che accompagnano la tenacia intelligente da abili investigatori. Un delitto orribile, il massacro d’un giovane brillante ricercatore chimico e della bellissima sorella. Il “ventre di Napoli” e i quartieri “alti”. La regola durissima di non fidarsi delle apparenze e degli indizi, pur forti, da “luogo comune”. Né di cedere al gelo, del tempo e dei cuori.

Da Napoli all’estremo del Mediterraneo, con “Tango a Istanbul” di Esmahan Aykol, originalissima scrittrice turca, per Sellerio. A indagare è Kati Hirschel, proprietaria d’una libreria specializzata in “giallistica”. Sulla morte misteriosa (uno strano arresto cardiaco) della bella Nil, una cara amica. Veggenti e amanti dell’arte. Sesso e “politici cui piacciono i bambini”. Un’inchiesta sui “desaparecidos” argentini. E i parallelismi inquietanti sulle vittime (greci, curdi) dello “Stato profondo”, l’autoritarismo turco. La cupezza della morte trova comunque un contraltare: l’ironia. Anche lei, ha un suo bel ritmo.