LIBRI A CONFRONTO DI ANTONIO CALABRO' Musica, vino e moda per il piacere dei sensi

L’occhio, l’orecchio, la bocca, la mano. Ovvero lo sguardo dell’osservatore curioso, l’ascolto della musica, il gusto del buon vino, l’abilità del creatore di moda. La sapienza dei sensi e l’intelligenza del pensiero critico, insomma di Antonio Calabrò

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Milano, 15 novembre 2014 - L’occhio, l’orecchio, la bocca, la mano. Ovvero lo sguardo dell’osservatore curioso, l’ascolto della musica, il gusto del buon vino, l’abilità del creatore di moda. La sapienza dei sensi e l’intelligenza del pensiero critico, insomma. “Il portinaio del diavolo» - Occhiali e altre inquietudini, scrive Salvatore Silvano Nigro, partendo da una pagina di “Todo modo” di Leonardo Sciascia dedicata a Spinoza (fabbricante di occhiali, appunto, per procurarsi da vivere, perché la filosofia, già allora, non garantiva un gran pane...) e rielaborando in volume, per Bompiani, le lezioni sulla letteratura tenute tra Yale e l’Indiana University. “Uno sguardo penetrante” sulle parole e i personaggi, sulla scia dei desideri di Boccaccio. E tutto un girovagare tra quadri e libri, per cercare di uscire da “un ingorgo narrativo” e ricostruire, con solida competenza critica e una buona dose di ironia, passioni e tentazioni, letterarie e no. Per finire, in bellezza, tra Dostoevskij e Gide: altro che il diavolo... Gioca con le parole anche Erri De Luca, in “La musica provata”, Feltrinelli. E aggiunge le note, raccontando che “’O sole mio” parlava di un’alba sul Mar Nero, ricordando i “Racconti di Odessa” scritti da Babel’ e divagando da Gor’kij a Elvis Presley che trasforma “’O sole mio” in un successo internazionale con il titolo “It’s now or never”. “Il violino è leggero, buono da viaggio, da zingari, da esilio e da elemosina”, nota poi, alludendo a Chagall. E continua tra melodie napoletane e giamaicane, canzoni partigiane e canti di lavoro (“Sui cantieri all’aperto, sotto i neon di officine, in qualunque clima il corpo reagiva alla fatica con una risposta musicale”), musiche dei Beatles e altro rock, ma “con Dylan non si ballava, si stava in mezzo a una strada”.  Memorie in cerca di condivisione, perché “come una partitura spetta a chi la suona, così il libro è del lettore, affidato alla sua irripetibile esecuzione”. C’è sapore di mondo, nella musica. Ma anche gusto delle radici: “Sono uno del Mediterraneo, che non è né Sud né Nord, né Oriente né Occidente. È il ventre liquido tra Asia, Africa e Europa. Chi è nato su un suo bordo ha nel sangue un arcipelago di popoli. Abbiamo ricevuto dal Mediterraneo le voci della civiltà, vocabolari, arti, ingegnerie, alimenti, bevande, religioni, idrauliche, legislature e modi di scrutare l’orizzonte delle stelle”. Poeticamente, “qui sono piovute le musiche, ognuna stava in grembo a qualche nuvola. Ogni canzone è stata prima scroscio e le sue note gocce”. Cantare. E, perché no? Bere. Come e cosa? Lo spiega Franco Faggiani in “Guida facile ai piaceri del vino: come si sceglie, si versa, si assaggia, si abbina...”, edito da Endemunde. Anche qui, con una nota poetica, da Pablo Neruda: “Amo sulla tavola, quando si conversa, la luce di una bottiglia di intelligente vino”. E le mani? Disegnano e fabbricano. Lo racconta Ennio Capasa, gran nome della moda (fondatore di Costume National), in “Un mondo nuovo”, Bompiani: il ricordo delle origini in Puglia e poi la formazione in Giappone, la ricerca di equilibri di stile e materiali alla scuola di Yohji Yamamoto e i percorsi di successo sulle strade del mondo, i rapporti con gli artisti (da Marina Abramovic a David Bowie e Patty Smith), la sapienza della manifattura come buona cultura. Cercare. E andare: “Il tempo di partire è un sentimento che si manifesta in noi nel desiderio di cambiamento, nella necessità di provare nuovi stimoli”. Il viaggio, no? è anche uno sguardo, una parola, una musica.