Turbigo, ancora tossicodipendenti tra i boschi

Li fermano, li identificano e li allontanano: ma loro purtroppo ritornano da un’altra parte

Una siringa (foto di repertorio NewPress)

Una siringa (foto di repertorio NewPress)

Turbigo (Milano), 26 novembre 2015 - Cambia il luogo, non cambia però l’obiettivo. Li fermi, li identifichi e li allontani, insomma, e loro purtroppo ritornano da un’altra parte. Ma, certamente, sarebbero molti di più se non fosse per la presenza costante sul territorio degli agenti della Polizia locale di Turbigo e Nosate.  Già, perché nei giorni scorsi gli uomini del comandante Fabrizio Rudoni hanno identificato altri 12 tossicodipendenti che si aggiravano nelle zone periferiche del paese, diretti nei boschi del vicino comune di Robecchetto con Induno. «L’attività è stata distribuita su momenti differenti – spiega lo stesso Rudoni –. In alcuni casi dobbiamo ringraziare le segnalazioni di cittadini che notando queste persone passare a piedi ci hanno immediatamente contattati. In altri episodi invece li abbiamo rintracciati durante servizi specifici e mirati appunto al contrasto dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti oppure mentre stavamo svolgendo normali pattugliamenti sul territorio».

Fra i dodici fermati e controllati c’era chi proveniva da Galliate, chi invece dal Novarese e provincia o dal Biellese e dal Vercellese, tutti però avevano già alle spalle precedenti, qualcuno proprio per spaccio, qualcuno quale assuntore. Per raggiungere il Castanese si servivano dei treni, scendendo alla stazione di Turbigo e da qui s’incamminavano nei boschi di Robecchetto. «Su questo fronte lavoriamo a 360 gradi – conclude il comandante – con azioni specifiche e concrete; non bisogna abbassare mai la guardia, ed è fondamentale la collaborazione con le altre forze dell’ordine».

di ALESSIO BELLERI