Lite tra fratelli, parla mamma Marina: "Nicola ha sbagliato, ma non voleva uccidere nessuno"

Il litigio di due fratelli ha portato uno dei due, Nicola, a finire in carcere con l'accusa di tentato omicidio di Davide Gervasi

I due fratelli, Federico (a sinistra) e Nicola

I due fratelli, Federico (a sinistra) e Nicola

Parabiago, 14 settembre 2014 - Marina è una madre che sta consumando tutte le lacrime possibili. Ha un figlio di 26 anni, Federico, che in passato ha commesso degli errori ed è stato in prigione. E un altro di 23, Nicola, che si trova da sabato scorso rinchiuso in carcere con l’accusa di tentato omicidio ai danni proprio del fratello. Tutti e tre stanno vivendo da una settimana il dramma di una lite in casa che non sarebbe mai dovuta iniziare. Una discussione banale che in una manciata di minuti si è trasformata in un incubo. È stato un crescendo assurdo di violenza quella, infatti, avvenuta tra i due giovani e sotto gli occhi atterriti della loro mamma che, disperata ma altrettanto determinata a raccontare quanto realmente è successo quella sera, lancia ora un accorato appello: «Mi rivolgo all’autorità giudiziaria: non rovinate la vita di un ragazzo, solo perché, in uno stato di semicoscienza, ha impugnato un coltello, senza però colpire nessuno». 

Parole, queste, pronunciate con la disperazione di una madre che quel calvario di un figlio in prigione lo ha già provato: Federico era stato infatti condannato per tre rapine perpetrate nel 2010 in due farmacie e una al supermercato Carrefour. Ed è proprio lui adesso a scagionare del tutto il fratello: «Ma figuriamoci se voleva uccidermi. Non mi sono fatto neppure un graffio. Ha impugnato quel coltello ma non mi ha nemmeno sfiorato. Il 25 settembre sarà il mio compleanno: il regalo più grande sarebbe quello di festeggiarlo con mio fratello. Insieme, in casa». L’avvocato Pietro Proverbio, ha presentato per Nicola, che è incensurato, istanza di scarcerazione. Ma per il momento il giudice non si è ancora pronunciato. L’unica certezza, quindi, rimane il racconto della stessa madre dei due ragazzi: «Sono stati venti minuti di angoscia, nella notte tra sabato e domenica scorsa. Abito in una villetta a Canegrate, in via Verdi. Ed è qui che è successo tutto. Quella sera i miei figli erano venuti a trovarmi. Avevo preparato un piatto di pasta a Nicola. Poi è arrivato Federico che si è rivolto a lui dicendo se gli sembrava il caso di mangiare a quell’ora. Ed è così che è iniziata la lite. In quel parapiglia Nicola ha picchiato la testa su un muretto in soggiorno. è svenuto. Sono arrivati i carabinieri, che io stessa ho chiamato appena hanno iniziato a picchiarsi, e l’ambulanza. Federico era in camera, scosso nel vedere il fratello privo di conoscenza. Poco dopo Nicola fortunatamente si è ripreso, ma barcollava. Ha preso un coltello in cucina e si è avvicinato. Io l’ho fermato ma sono stati attimi concitati nei quali i militari mi hanno accidentalmente colpito e fatto cadere. Poi lo hanno disarmato».