Parabiago (Milano), 24 gennaio 2015 - Sono le ultime cinque suore rimaste a Parabiago: le altre erano già state trasferite negli ultimi anni. Ed ora anche per loro si avvicina il giorno dell'addio alla scuola materna dove per decenni hanno prestato il loro servizio e alla città dove da sempre hanno offerto il loro encomiabile impegno religioso ed educativo. Colpa della crisi delle vocazioni: non esistono più quelle condizione tali da garantire il ricambio di personale. E così la Congregazione è stata costretta ad avviare una riorganizzazione a suon di trasferimenti e sospensione dei servizi.
"Seppur con molta sofferenza - ha comunicato infatti don Felice Noè, presidente del Consiglio di amministrazione delle scuole Gajo - informo che dal prossimo settembre le suore Figlie della Carità di san Vincenzo non saranno più con noi. La loro presenza in Italia sta subendo una forte contrazione, a causa dell’assenza di nuove vocazioni e dell’innalzamento della loro età. Siamo profondamente grati a suor Liliana, suor Matilde, suor Rosalba, suor Rita, suor Giulia e a tutte le altre religiose che in questi 140 anni hanno dato il meglio di sé per rendere più incisiva la proposta scolastica, accompagnandola con il loro spirito di sacrificio che è espressione della loro scelta religiosa. Con l’aiuto di Dio e l’impegno di tutti sapremo superare questo momento delicato".
Ma c'è anche chi non intende arrendersi. Il sindaco Franco Borghi si è subito adoperato per tentare di bloccare il trasferimento, scrivendo lettere alla casa madre e alla Curia: "Farò tutto ciò che mi è possibile fare, questo è certo". E i genitori dei bambini della stessa materna hanno avviato una raccolta di firme: "Ben 600 alunni resteranno senza un punto di riferimento spirituale. E questo è inaccettabile. Abbiamo quindi dato via ad una petizione (possibile sottoscriverla a scuola, ma anche al bar Shabby caffè di fonte alla stazione ferroviaria e al bar Centrale Maggiolini, ndr) perché riteniamo che sarebbe una grossa perdita per la comunità pastorale: verrebbe a mancare un gruppo che da sostegno ai nostri figli in classe, all'oratorio, al catechismo, in chiesa e durante i momenti di coinvolgimento".