Serie C Silver / Beretta, 41 punti da record: Cerro Maggiore ha il suo cecchino

L'ala biancoblù si è superata nell'ultimo turno di regular season contro Gorla Cantù. Per il classe '84 stato di forma eccezionale e tanta voglia di raggiungere la finale playoff.

Giorgio Beretta

Giorgio Beretta

Cerro Maggiore (Milano), 26 aprile 2017 - Ben 41 punti in un solo match (7/9 da 2, 8/14 da 3 e 3/5 ai liberi) e record in C Silver. Quella contro Gorla Cantù è stata una prestazione monstre per Giorgio Beretta: l’ala di Cerro Maggiore ha trascinato i propri compagni alla vittoria e alla conquista del secondo posto nel girone A. «Poteva fare canestro anche bendato», il commento della maggior parte dei supporters presenti. E in effetti l’ala classe ‘84 ha dimostrato di essere in gran forma e carico per l’imminente inizio dei playoff. Beretta, i 41 punti realizzati contro Cantù sono il suo record personale?

«No, già nel 2006, in Serie C2 al Molinello di Rho, sono riuscito a toccare quota 42, anche se in quella circostanza ho usufruito di un tempo supplementare. Contro Cantù ho avuto fin da subito un grande feeling con il parquet e in più mi sentivo al top fisicamente. Poi al posto del canestro vedevo una piscina...». Che cosa le scatta nella testa quando vede l’opportunità di bucare il canestro?

«Molti definiscono i miei tiri un po’ ignoranti. E’ vero, lo sono. Ma solo quando i tuoi compagni ti mettono in ritmo tutto diventa più semplice. Contro Cantù tutta la squadra ha girato a meraviglia, favorendo anche la mia vena realizzativa». Se dovesse paragonarsi a un giocatore di Nba, in chi si riconoscerebbe?

«Non sono un tiratore alla Steph Curry capace di inventare dal nulla delle situazioni di gioco; mi avvicino, sempre con le dovute proporzioni, a un Klay Thompson. Se non hai il passatore che ti dà il pallone nel nel momento giusto puoi vedere tutte le piscine che vuoi, ma i risultati non arrivano». Che percorso ha dovuto affrontare prima di diventare un vero e proprio bombardiere?

«Ho iniziato a giocare a basket solamente a nove anni, nel settore giovanile di Varese. Ho dovuto lavorare sodo per raggiungere il livello di chi aveva iniziato prima di me. Un giorno mi resi conto di non avere molta forza per andare sotto canestro, tanto meno nelle penetrazioni. Da lì ho iniziato a tirare da tre, allenandomi anche nei weekend sulla mattonella del parcheggio di casa. In più l’essere stato confinato alla Bosto Varese non si è rivelata una sconfitta, ma un passaggio decisivo per la mia carriera; ho cominciato a prendermi responsabilità che prima non avevo, crescendo anno dopo anno». Cerro Maggiore è tra le favorite dei playoff?

«Difficile dirlo. Fisicamente stiamo meglio di qualche settimana fa. Nel primo turno contro Boffalora credo sia solamente una questione di testa; non conosco bene il loro organico, ma conosco molto bene il nostro... Non sottovalutiamo nessuno, ma siamo pronti a dare battaglia arrivando fino in fondo».