Lunedì 22 Aprile 2024

'Ndrangheta in Lombardia: contrordine, l’ex sindaco di Sedriano non è più pericoloso

Per il pm Dolci non serve la sorveglianza speciale per il primo cittadino del primo Comune in Lombardia sciolto per infiltrazioni mafiose di Sara Riboldi

LO SCANDALO Alfredo Celeste, ex sindaco  di Sedriano, nell’ottobre 2012 era stato posto  agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione (Foto StudioSally)

LO SCANDALO Alfredo Celeste, ex sindaco di Sedriano, nell’ottobre 2012 era stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione (Foto StudioSally)

Sedriano, 18 dicembre 2014 - Colpo di scena all’udienza di ieri al palazzo di giustizia di Milano in merito al procedimento - chiesto dalla Procura nell’ottobre 2013 - di sorveglianza speciale e di obbligo di soggiorno per tre anni nei confronti di Alfredo Celeste, ex sindaco di Sedriano primo Comune in Lombardia sciolto per infiltrazioni mafiose.

A distanza di oltre un anno dalla richiesta, il pubblico ministero Alessandra Dolci è tornata sui suoi passi e ha chiesto al Tribunale di non accogliere la proposta di sorveglianza speciale per «mancanza di attualità». Il sindaco Celeste era finito ai domiciliari nell’ottobre 2012 con l’accusa di corruzione. Avrebbe intessuto contatti con Eugenio Costantino, imputato nel maxi processo sui rapporti tra mafia e politica con l’accusa fra le altre di associazione di stampo mafioso. Il motivo? Secondo l’accusa, voti alle elezioni comunali del 2009 e sostegno per salire a più alte cariche politiche in cambio di presunti favori a personaggi legati alle associazioni di criminalità organizzata. Concluso il periodo dei domiciliari e pochi giorni dopo la richiesta di sorveglianza speciale del pm Dolci, su proposta del ministro Alfano, il Governo delibera lo scioglimento del Comune per mafia.

Ieri lo stesso pm ha sottolineato come di fatto il Comune sia stato sciolto per infiltrazioni legate alla ‘ndrangheta ma anche come il principale attore delle intercettazioni telefoniche e ambientali sia proprio Costantino. La decisione del pubblico ministero ha lasciato sorpresi: Celeste non può – anche in relazione alla sua professione di insegnate di religione – essere considerato socialmente pericoloso. Lo stesso Celeste poco prima delle conclusioni del pm ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee. Parla della sua amministrazione e della sua indignazione. In una lunga arringa difensiva, il legale Giorgio Bonamassa tenta di smontare l’accusa di corruzione nel processo che riguarda i rapporti tra mafia e politica, di cui proprio in queste ore è in corso una nuova udienza. Secondo l’avvocato, le dichiarazioni intercettate da Costantino in merito a presunti favori e promesse non sarebbero veritiere e non ci sarebbero elementi concreti a carico di Celeste: «Non c’è alcuna prova e non è mai stata contestata l’aggravante di modalità mafiosa», ripete. Il difensore prova a smontare anche la tesi che Celeste avrebbe raccomandato Costantino ai responsabili del Bennet per aprire un bar all’interno del centro commerciale. A giorni è attesa la decisione del tribunale in merito alla posizione di sorveglianza speciale.