Trappola porno su Skype: filmati nudi di nascosto, poi scatta il ricatto

Il commissariato di Legnano ha raccolto decine di denunce in poche settimane di Ivan Albarelli

Fra le possibili cause anche l'accesso facilitato alla pornografia in rete (Archivio)

Fra le possibili cause anche l'accesso facilitato alla pornografia in rete (Archivio)

Legnano (Milano), 1 ottobre 2015 - Il desiderio di vivere un momento piccante, il fascino della tecnologia – come le videotelefonate internazionali grazie a Skype – che trasforma il mondo virtuale in qualcosa di reale. E un pizzico di solitudine e perversione insieme. Sono questi gli ingredienti esplosivi di una truffa già fatta venire a galla diversi mesi fa dalla Polizia di Stato di Legnano, ma che sembra non conoscere fine nonostante indagini e denunce già piuttosto numerose.

Anzi,lo stratagemma a base di sesso (o piuttosto un suo surrogato) e belle donne è più vivo che mai, al punto che nell’arco temporale che va da giugno a settembre la media delle denunce nella sola Città del Carroccio – sottolinea il vice questore Francesco Anelli – è di due a settimana. Stratagemma ingegnoso, in effetti, figlio di Internet. Tutto nasce su Facebook, con delle giovani e procaci donne straniere che contattano uomini ignari di tutto chiedendo loro l’amicizia. Una volta ottenuta, l’avvio di una comunicazione è il passo successivo. Chiacchiere, complimenti, gentilezze varie e gesti ammiccanti che si fanno via via sempre più spinti. Fino ad arrivare all’invito che fa scattare la trappola: «Dai, sentiamoci (e vediamoci) via Skype...».

Di fronte alla richiesta di una ragazza avvenente, la risposta è quasi sempre uno scontato sì. E quando ci si trova, pur con il filtro di uno schermo, una di fronte all’altro,la donna inizia a spogliarsi. A migliaia di chilometri di distanza, a Legnano appunto, la malcapitata vittima è invitata a fare lo stesso. A spogliarsi e a praticare dell’autoerotismo. Peccato venga filmata a sua insaputa. Con la videoregistrazione in mano, la ragazza dolce e affascinante getta alla fine la maschera. Arriva la minaccia: «Dammi tremila euro o pubblico su Facebook il video e tutti i tuoi amici vedranno cos’hai fatto». Spesso la cifra scende a qualche centinaio di euro, da pagare con una carta di credito o un bonifico. Nella rete sono caduti finora uomini di tutte le età, pensionati ma anche dei ragazzi di vent’anni.

di Ivan Albarelli