Da Castano Primo agli Stati Uniti: Jumping Joe eroe del wrestling

Joseph Anthony Savoldi partì da Castano Primo alla conquista dell'America, dove diventò prima giocatore di football e poi star della lotta

Joseph Anthony Savoldi col padre

Joseph Anthony Savoldi col padre

Castano Primo, 23 ottobre 2014 - Dan Peterson, la storica voce italiana del wrestling, come si sarebbe divertito a raccontare nei minimi particolari i suoi incontri e le sue gesta. In fondo Jumping Joe era quel mix perfetto di grinta, forza fisica, tecnica e classe. Forse non tutti sanno che Joseph Anthony Savoldi (in arte, appunto, Jumping Joe) era originario di Castano Primo.

«La mamma, Celeste Rudoni, era di Castano - spiegano Angelo Fornara, Roberto Bottiani, Alberto Aspesi e Angelo Crespi, gli ideatori del sito internet “C.P. Container” insieme ad Antonio Genoni -. Il papà, Giuseppe, era nativo di Trescore Balneario. Quando siamo venuti a conoscenza di questa storia, stupore ed emozione erano alti. L’obiettivo del nostro sito è proprio quello di parlare del territorio e della sua gente: iniziative, eventi e persone». Allora via: si è cominciato a raccogliere tutto il materiale possibile. «In paese ci sono ancora alcuni suoi parenti - continuano -. Tra questi, Luca De Bernardi che ci ha aiutato molto».

Poi i contatti con gli Stati Uniti d’America e con Jim Savoldi, nipote di Joseph Anthony, le richieste di documenti, immagini e filmati e fino al lavoro di traduzione dei singoli testi, grazie alla collaborazione con Judith Baggott. «Classe 1908 - ricordano da “C.P. Container” - Giuseppe Savoldi, Joseph Anthony per tutti, trascorre la fanciullezza interamente a Castano, quindi nel 1918, ecco che può finalmente ricongiungersi con la famiglia, ormai stabilitasi definitivamente a Three Oaks. In America Joseph frequenta la Three Oaks High School e, dopo il diploma, entra nella prestigiosa università di Notre Dame dove diventa una stella del football americano».

Gli inizi sono proprio con la palla ovale: nel 1930 arriva la firma su un contratto da professionista con i Chicago Bears. Una parentesi, perché dietro l’angolo lo attende la lotta, di cui diventa subito una star. «Nel 1933 diventa campione del mondo - ricordano -. E negli anni successivi partecipa a diversi tour in Nuova Zelanda, alle Hawaii e in Australia. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, va a servire il suo Paese, tra le fila dell’Oss (l’odierna Cia) come agente sotto copertura in Italia e, una volta congedatosi, si ributta nel mondo del wrestling fino all’ultimo incontro nel 1950, per poi prendere il diploma di insegnante di scienze. Muore nel 1974».