Ricoverata in una stanza torrida e con la finestra sigillata: intervengono i carabinieri

Giornata da dimenticare per una paziente ricoverata alla Multimedica di Castellanza. La figlia della donna: "Grazie all'intervento di un maresciallo dei carabinieri e di un medico, mia madre potrebbe essere trasferita altrove" C.G.

Un ospedale

Un ospedale

Arconate, 10 agosto 2014 - Chiusa in una stanza con la finestra sbarrata, senza il conforto dell’aria condizionata. Non è stata una bella giornata, quella di ieri, per un’arconatese, paziente oncologica ricoverata alla Multimedica di Castellanza, né per sua figlia, F. C., che ha cercato di fare il possibile per evitare alla madre la permanenza in una stanza non rintenuta idonea.

«Ho chiamato i giornali perché nessuno sembrava interessato ad aiutarci - racconta -. Mia mamma è stata trasferita di reparto per lavori in corso nell’ala dove si trovava, assieme ad altri pazienti. Solo che è stata assegnata a una camera in condizioni non buone, dove non si poteva aprire la finestra perché sigillata con lo scotch. Cosa sarebbe successo in caso d’incendio? Abbiamo chiesto spiegazioni, ma la cosa che più ci è dispiaciuta è stata la risposta del personale. Non siete obbligate a restare, ci hanno detto, non teniamo nessuno in ostaggio, potete andarvene. Un disagio materiale può essere capito e scusato, ma non credo sia questo il modo di rivolgersi a una persona malata e che non è certo contenta di trovarsi a letto, ricoverata».

La vicenda dovrebbe concludersi con un lieto fine: «Nelle prossime ore - ha detto F.C. - grazie all’intervento di un maresciallo dei carabinieri molto gentile e al medico curante, mia madre potrebbe essere trasferita in un’altra struttura». Complici le ferie, e gli uffici chiusi, non è stato possibile ottenere una spiegazione dell’accaduto da parte della stessa Multimedica.