Aggressione a Vanzaghello: torna l’incubo delle rapine in villa

Abitazione assaltata in pieno giorno: il racconto della donna legata e picchiata di Davide Gervasi

Carabinieri all'esterno dell'abitazione presa di mira dai malviventi

Carabinieri all'esterno dell'abitazione presa di mira dai malviventi

Vanzaghello, 18 ottobre 2014 - È stata dimessa dall’ospedale di Legnano alle 19.55 di ieri con una prognosi di dieci giorni. Ha ematomi su tutto il volto. E una ferita lacero contusa alla testa. Ma soprattutto ha un ricordo che non potrà mai dimenticare. Carla Testa di 66 anni di Vanzaghello è stata ieri pomeriggio percossa da quattro rapinatori armati di pistola, uno dei quali è rimasto poi ferito dai colpi sparati da uno dei carabinieri giunti sul posto.

«Sono stati attimi interminabili - ha raccontato la donna all’uscita dal nosocomio -. Sono ancora scossa. È stato un incubo. Ero appena tornata dal mercato e mi hanno suonato alla porta. Ho aperto ma un paio di loro erano già dentro e me li sono trovati di fronte. Erano feroci e ho creduto che mi avrebbero ucciso. Mi hanno legato i polsi e colpito con pugni e il calcio della pistola. Quando poi ho sentito le sirene dei carabinieri e ho visto che scappavano, ho ringraziato Dio che fosse tutto finito». A lanciare l’allarme sarebbe stato il figlio Christian Melillo, 44 anni, che in quel momento era in casa all’insaputa dei banditi. Le pattuglie sono arrivate subito costringendo i quattro alla fuga. Uno di loro, mentre tentava di scappare, si è però trovato di fronte un carabiniere. Ha cercato di sparargli ma la sua pistola si è inceppata. Il militare è riuscito invece a colpirlo e a ferirlo. Ricoverato all’ospedale di Busto Arsizio, il bandito non è in pericolo di vita. Degli altri tre invece nessuna traccia.

Sono riusciti a fuggire, pare a bordo di una Mitsubishi. «A me sembra di aver sentito cinque, sei colpi di arma da fuoco - ha raccontato un vicino di casa -. Mi sono affacciato e ho visto persone che correvano e tantissimi uomini in divisa. Tutti con le pistole in mano. E ne continuavano ad arrivare. C’era anche un elicottero che sorvolava la zona e diverse ambulanze. Sembrava di assistere a un film poliziesco. Abbiamo avuto paura». La notizia della brutale tentata rapina in villa è subito rimbalzata in tutto il paese. La famiglia Melillo è infatti da sempre molto conosciuta a Vanzaghello.

Il marito della donna, Gianfranco, 69 anni, è un noto venditore ambulante di saponi, profumi e ceri. Ieri, mentre i malviventi minacciavano a suon di pugni in faccia la moglie, lui era fuori casa. Non ha assistito a quella scena agghiacciante ma è stato anch’egli contattato poi subito dal figlio. «Quando sono arrivato ho fatto in tempo a vedere mia moglie prima che la trasportassero in ambulanza in ospedale. Perdeva sangue dalla testa. Era sotto choc». Tutto è successo poco dopo le 14 al civico 29 di via Papa Giovanni XXIII. Si tratta di una via senza uscita. Zona periferica ma residenziale, caratterizzata da una schiera di ville.  «È un quartiere tranquillo ma preso a volte di mira dai ladri - ha detto un residente -. E ci dispiace per quanto successo alla famiglia Melillo, già in passato vittima di furti e rapine. Qui tutti sanno che diverse anni fa avevano avuto qualche problema con la giustizia, ma sono brave persone. Molto cordiali. Gentili».

Ed ora è caccia agli altri tre complici del rapinatore ferito e ricoverato in ospedale. Sulla sua identità viene mantenuto il massimo riserbo. Sul fatto indagano i carabinieri di Milano e la Procura di Busto Arsizio. Bocche cucite e qualche dubbio. Stupiscono infatti alcune ricostruzioni di quanto accaduto. Mancherebbero dei tasselli al mosaico e quindi oggi la donna aggredita verrà ascoltata per fare totale chiarezza sulla vicenda.