Pubblicità sessiste nel mirino del Comune di Legnano

Un banner sul sito per segnalare pubblicità discriminatorie nei confronti delle donne. L'esperto: "La discriminante è il buon gusto" di Ivan Albarelli

Pubblicità sessista

Pubblicità sessista

Legnano (Milano), 4 marzo 2015 - Un banner all’interno del Portale del cittadino, accessibile dal sito Internet del Comune, per segnalare pubblicità discriminatorie nei confronti delle donne. O meglio, per denunciare il modo in cui viene utilizzato il corpo femminile per commercializzare prodotti a volte distanti anni luce (TUTTE LE FOTO).

GLI ESEMPI - In questi giorni, ad esempio, l’immagine provocatoria di una ragazza è stata impiegata in un manifesto di grandi dimensioni da un’impresa di Canegrate per veicolare le proprie attività. PUBBLICITA_3474681_120733Poco tempo fa un ristorante brasiliano aveva utilizzato una modalità simile: un grande manifesto con una donna di colore mezza svestita. Per non parlare delle pubblicità al limite del "politicamente corretto" di Mirko OroQuella col Papa inginocchiato ai piedi di Rosa e che gli offriva gli "ori" della Chiesa. E poi quella, altrettanto d’impatto, col patibolo e la testa mozzata per chiedere lo stesso "trattamento" per Kabobo. Camion-vela poi sequestrati dalla Polizia Locale. 

Le pubblicità dei negozi della catena Mirkoro (StudioSally)

L'INTERVISTA - "Se vuoi farti notare, ed è questo che i clienti ci chiedono e per cui ci pagano, non puoi prescindere da immagini forti. Questo non vuol dire giustificare un uso distorto dell’immagine della donna o andare nella direzione del cattivo gusto. Ma non perdiamo di vista cos’è innanzitutto la comunicazione pubblicitaria...". Fabio Momo gestisce assieme alla madre, Maria Rosa Osnaghi, e a due stagiste – un team quindi quasi tutto al femminile – l’agenzia pubblicitaria Studio Mom di Busto Arsizio: "L’utilizzo del corpo sia femminile sia maschile si presta in ambito pubblicitario, inutile negarlo. Basti pensare a Oliviero Toscani. A Dolce e Gabbana. Alla fine la discriminante è il buon gusto. Se metto in pubblicità un bel corpo che male c’è? In spiaggia non vediamo forse donne in bikini o perizoma?". E poi conclude con una provocazione: "Perché nessuno dice niente di David Beckham in mutande? È bello, è ricco e famoso. E da quel che mi dicono molte amiche si può intuire che sia anche piuttosto dotato. Come maschio mi sento discriminato. Da chi devo andare per protestare?".

di Ivan Albarelli