Elezioni, con Grattarola una sfida "cinque stelle" a Legnano

Il candidato grillino è un giovanissimo ventenne con vecchie simpatie per Forza Italia e che ha già promesso di far conoscere i nomi dei suoi potenziali assessori prima della scadenza elettorale

Andrea Grattarola

Andrea Grattarola

Legnano (Milano), 22 marzo 2017 - Andrea Grattarola si presenta: è lui il candidato sindaco per la città del Carroccio del Movimento 5 Stelle e una delle prime cose che dichiara è che renderà noti i suoi potenziali assessori ben prima della scadenza elettorale, mettendo così tutte le sue carte sul tavolo. Ieri, ospitati al Welcome Hotel, sono stati i due consiglieri comunali del M5S, Riccardo Olgiati e Marinella Saitta, a introdurre il giovane candidato, classe 1991, e la «giunta dichiarata« è stata probabilmente la novità principale dell'incontro. Grattarola si è dipinto come lavoratore autonomo nel campo della comunicazione e nuovo alla politica, alla quale si è avvicinato attivamente solo un paio d'anni fa, iscrivendosi al blog di Beppe Grillo. Prima? Dopo aver accennato un timido quanto falso «mi sono sempre astenuto«, Grattarola ha detto di aver simpatizzato per la destra dello schieramento politico, votando Forza Italia.

Tra domande e risposte Grattarola, si è fatto sfuggire anche il nome di uno dei potenziali assessori - lo stesso Riccardo Olgiati, allo Sport – mentre per lui si terrebbe le Politiche giovanile. Novità nel programma che verrà presentato? Al momento nulla che possa distaccare il M5S dal programma degli altri schieramenti, compreso il «rifaremo il Pgt« che è ormai un classico di ogni tornata elettorale legnanese. Grattarola ha promesso che le novità arriveranno già dall'incontro con i cittadini, fissato per venerdì 24 a palazzo Leone da Perego. A dire il vero uno sbilanciamento più deciso in una direzione c'è stato, ed è comparso solo a fine presentazione: Grattarola, al quale non sfuggono certo le richieste dei giovani, punta a dare un appeal più «cittadino» a Legnano. «Per ottenere questo risultato - ha detto - si deve pensare al centro città in un modo diverso: va bene pensare ai diritti dei residenti, ma anche alle esigenze di una città viva«. Essere città, in sintesi, significa anche rumore.