Pokémon Go mania. "Novità? Ecco come è nato il gruppo"

"Anche a Legnano e in tutto l’Altomilanese e l’Abbiatense spesso capita di vedere persone con uno smartphone in mano a caccia di Pokemon"

Pokemon Go (Afp)

Pokemon Go (Afp)

Legnano, 30 luglio 2016 - «I portali del Legnanese di Pokemon Go? Li abbiamo creati noi». La mania dell’estate, destinata a continuare anche in autunno e nelle stagioni a venire: Pokemon Go è a tutti gli effetti una vera tendenza. Più che un gioco, per molti è una vera ossessione. E anche a Legnano e in tutto l’Altomilanese e l’Abbiatense spesso capita di vedere persone con uno smartphone in mano a caccia di Pokemon. Attraverso l’utilizzo della tecnologia di Google Maps e ai portali di Ingress. «Ingress è un gioco di squadra, a differenza di Pokemon Go - spiega Matteo Chinnici, legnanese che gioca a Ingress ormai da quattro anni e che ha “creato” i Pokèstop della zona, ovvero i luoghi di interesse pubblico che poi nel gioco diventano luoghi di rifornimento per i giocatori - ed è stato di fatto un pioniere. Proprio a noi giocatori di Ingress, la società sviluppatrice Niantic ha chiesto di contribuire all’apertura dei Pokèstop nei territori di competenza». Insomma, Pokemon Go non è altro che «lo sviluppo più famoso di Ingress». Ma come nascono i Pokéstop? «Tutto si basa sui portali di Ingress. Sono stati quelli, per via della disponibilità di immagini in realtà aumentata, i primi e sono quelli i punti principali della rete di Pokéstop. I giocatori autorizzati da Niantic devono individuare dei luoghi di ogni città che possano essere simbolici - racconta - e il cui criterio guida deve essere quello di «punti di aggregazione e comunicazione». Quindi via libera a biblioteche, uffici postali e luoghi di questo genere. I bar? «Devono avere un senso, altrimenti tutti i locali potrebbero diventare Pokéstop - commenta il legnanese - e non sarebbero valorizzati».

Per capire cosa sia Ingress e per quale motivo abbia attirato così tante persone nel mondo - si parla di decine di milioni di giocatori - è necessario togliersi ogni pregiudizio in merito al quale «il gioco è una cosa da bambini». A Ingress giocano soprattutto giovani e adulti. «A differenza dell’app dei Pokémon - afferma Chinnici -, ha una trama ben precisa che da quattro anni si sta arricchendo di colpi di scena, cambi di fronte e novità. Molto dipende da Niantic, ma anche da come si comportano i giocatori. Periodicamente, infatti, Niantic organizza una anomaly, ovvero una sorta di raduno in qualche città del mondo nel quale le fazioni protagoniste si affrontano e lì può cambiare la sorte del gioco». Insomma, Ingress è decisamente più interattivo. E da Legnano arriva una proposta a Niantic: «Sarebbe utile aggiungere a Pokémon Go una chat, in modo che magari si possa iniziare a giocare in squadra e che anche questo più che un gioco alienante diventi un modo per interagire socialmente e fare nuove conoscenze».