I pensionati alla ricerca degli scarti del mercato

"Vengono qui prima, durante e dopo il mercato. Ormai se prima ce n’erano un paio adesso ne passeranno una cinquantina al giorno, forse di più"

Gli indigenti cercano fra le cassette di legno qualche frutto ancora mangiabile o della verdura da recuperare

Gli indigenti cercano fra le cassette di legno qualche frutto ancora mangiabile o della verdura da recuperare

Legnano, 29 ottobre 2014 - «Vengono qui prima, durante e dopo il mercato. Ormai se prima ce n’erano un paio adesso ne passeranno una cinquantina al giorno, forse di più». Ahmed viene dal Marocco e gestisce insieme al fratello, cognato e cugino un banco di frutta e verdura al mercato di Legnano. È lui che ci indica il posto dove i pensionati italiani vengono a scegliere gli scarti della frutta e soprattutto della verdura che le bancarelle buttano via.

Già dal mattino la ricerca è affannosa: la bancarelle si preparano appena dopo l’alba ad esporre la merce scegliendo i prodotti migliori e buttando dentro le vecchie cassette da trasporto il cibo con qualità scadente. I primi pensionati attendono proprio questo momento per scegliere i primi pezzi: solitamente finocchi, ma anche radicchio, qualche arancia, un paio di carciofi. Qualcuno arriva in bicicletta, ma il maggior numero è qui a piedi. «Abitano nella strada dietro la piscina – spiega Ahmed –. Alcuni li conosciamo bene: prima vengono da noi a chiederci se gli regaliamo qualcosa, poi scelgono quello che buttiamo. Io non posso dare frutta e verdura gratis, ma ogni tanto ci scappa il regalo».

Il viavai prosegue anche verso sera. Dopo che il mercato viene smantellato sono in molti ad arrivare prima degli addetti delle pulizia. Va bene tutto, anche le cassette di legno che molti utilizzano per scaldarsi buttandoli nella stufa di casa. “In Marocco questa cosa non esiste: gli anziani sono tutelati dalla famiglia e non vengono lasciati soli. Qui mi sembra che non ci sia il rispetto dovuto per queste persone che dovrebbero essere più seguite”. Un senso di abbandono che arriva come un pugno allo stomaco quando verso le 17,30 arriva lei, nonna Franca, 86 anni, vedova da una decina.

La avviciniamo in maniera amichevole e lei inizia a raccontarsi come un fiume in piena: «Mio figlio è morto quindici anni fa, mio marito dieci anni fa. Sono sola con una pensione da 630 euro al mese e vivo in un locale di 40 metri quadrati di mia proprietà. Non riesco a pagare neppure il gas, figurarsi il mangiare. Siamo stati lasciati soli dopo una vita di lavoro e così insieme alla mia amica vengo qui il martedì ed il sabato a raccogliere quello che posso per poter mangiare qualche frutto, un po’ di cavoli e i finocchi che buttano via col tutto il gambo, vede?». Ci indica una cassetta con gli scarti della verdura, poi saluta.

di Christian Sormani