Pedofilia, sesso con ragazzini di 14 anni: "Ma loro erano consenzienti"

Il 50enne vuole dimostrare che i ragazzini erano già avviati sulla strada della baby prostituzione

Un ragazzino adescato (foto archivio)

Un ragazzino adescato (foto archivio)

Albairate (Milano), 1 dicembre 2015 - Una squallida e per molti versi agghiacciante vicenda di pedofilia sarà oggi all’attenzione dei giudici del Tribunale di Pavia, che dovranno giudicare per il reato di violenza sessuale su minori un uomo cinquantenne che, nell’autunno dell’anno scorso, venne bloccato dai carabinieri mentre tentava di adescare un ragazzino di 14 anni. Quell’episodio – come le successive indagini fecero venire a galla – non era un caso isolato. Ne vennero fuori altri, contraddistinti da ripetute violenze su adolescenti costretti con la forza a seguirlo in casolari o in zone isolate di campagna fra Vigevano, Albairate e Cesano Boscone.

Oggi l’orco – senza fissa dimora salvo trovare ospitalità nei dormitori della Caritas di Milano di quando in quando – sarà giudicato con rito abbreviato dai giudici pavesi. Nel corso della prima udienza è previsto il suo interrogatorio. Anche al di fuori del processo ordinario, la condanna rischia comunque d’essere pesante: va infatti da sette a 14 anni il periodo di detenzione previsto per questo reato. Il suo difensore, l’avvocato Roberto Grittini, ha elaborato una strategia difensiva basata su due pilastri: dimostrare che i ragazzi con cui si accompagnava – e di cui l’uomo annotava con cura maniacale nomi e date di nascita su un’agendina – erano in realtà consezienti, in pratica già avviati sulla strada della baby prostituzione; e che l’imputato ha un’insanità mentale per cui l’unica chance resta quella di un’eventuale reclusione in un carcere psichiatrico giudiziario.