Legnano, arrivano i pacemaker senza fili: addio complicazioni e infezioni

Già realizzati i primi tre impianti

l direttore generale Massimo Lombardo (a sinistra) con i medici Massimo Pagani (al centro) e Matteo Mariani della Cardiochirurgia

l direttore generale Massimo Lombardo (a sinistra) con i medici Massimo Pagani (al centro) e Matteo Mariani della Cardiochirurgia

Legnano (Milano), 29 giugno 2016 - Sono entrati in sala angiografica di elettrofisiologia dell’ospedale di Legnano fra maggio e giugno 2016. Parliamo di una donna di 56 anni, della provincia di Varese, di un uomo di 65 anni e di una donna di 88 del Milanese. È stato impiantato loro un pacemaker senza fili, un dispositivo mai utilizzato nei nostri ospedali. Una tecnologia innovativa che inserisce il Dipartimento Cardiovascolare del Civile fra i pochi centri pubblici lombardi in grado di offrire tale cura al malato.

I tre interventi, ognuno dei quali durati quaranta minuti, sono stati eseguiti dal dottor Massimo Pagani e Matteo Mariani che hanno posizionato il pacemaker (posto all’estremità della sonda introdotta) nel ventricolo destro. La batteria del pacemaker senza fili (compatibile con la risonanza magnetica) ha una durata di dodici anni e durante tutto l’anno il paziente è seguito a casa attraverso un sistema di monitoraggio domiciliare attraverso alcuni semplici dispositivi (simili alle dimensioni di uno smartphone) che sono in grado di rilevare malfunzionamenti e aritmie e informare il medico ospedaliero tramite Internet.

I vantaggi del pacemaker senza fili sono molteplici. Non esiste la cicatrice chirurgica (il paziente non va in sala operatoria) e non esistono complicazioni infettive nè la possibilità di rottura degli elettrocateteri (ossia dei “fili” dei pacemaker). Il monitoraggio remoto evita al malato il disagio degli spostamenti frequenti, limitandoli ai soli casi in cui sono strettamente necessari.

"Permette infatti di fornire alla struttura ospedaliera un flusso continuo di informazioni relative allo stato del dispostivo – afferma Massimo Pagani, responsabile del Laboratorio Elettrofisiologico – alle quali può accedere in maniera protetta lo staff clinico che ha in cura il paziente. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che il monitoraggio può sostituire i controlli ambulatoriali tradizionali e ridurre significativamente i costi, senza compromettere la sicurezza del paziente, pur programmando almeno una visita l’anno in ospedale, come da linee guida internazionali".