Movida a Legnano, la festa è finita

Settore in crisi

Lo Shed Club

Lo Shed Club

Legnano (Milano), 14 febbraio 2016 - C’erano una volta gli anni d’oro della movida territoriale. Erano i tempi del "Post Garage" ma anche di tanti altri locali di grande successo, capaci di catalizzare l’interesse del popolo della notte di tutta la Lombardia. Legnano e dintorni era considerata davvero la riviera romagnola della provincia di Milano. La febbre del sabato sera era contagiosa e in tutto il Legnanese si contavano almeno una ventina di discoteche o discobar. Da allora molte delle luci psicadeliche e stroboscopiche si sono spente per sempre.

Ed ora come sta andando il settore?

"Dal 2010 ad oggi i cambiamenti nella nostra zona sono stati molteplici e spesso contrastanti - spiega Carlo Ringoli, socio fondatore della "Roy", società legnanese dell’intrattenimento by night -. La crescita post crisi del 2009 ha portato due anni positivi. Come spesso succede l’enfasi del successo apparente fa nascere nuova concorrenza e l’apertura di nuovi locali. L’aumento dell’offerta porta con sè la riduzione dei prezzi e dei margini che gli imprenditori del settore spesso fronteggiano con tagli sulle spese che sembrano superflue: ad essere penalizzato è così il contenuto artistico. Per questo motivo il biennio 2013/14 lo ricorderemo come quello dell’impoverimento dei contenuti o quello delle improvvisazioni. Dal punto di vista della domanda invece possiamo confermare un notevole calo a partire dal maggio del 2015. Un’estate davvero sotto tono".

E la nuova stagione?

"Non è sicuramente migliorata. Abbiamo la convinzione che il pubblico sia sempre più disposto a cedere una delle due serate del weekend in favore dell’altra".

Qual’è allora il segreto del vostro successo?

"Diciamo che la strategia attuata dal nostro gruppo - aggiungono Andrea Marcella e Chiara Giavini, rispettivamente amministratore delegato e responsabile amministrativa della Roy - ha sempre avuto e sempre avrà un orizzonte temporale medio lungo. Per questo motivo sentiamo meno l’andamento altalenante. Inoltre la nostra mentalità è sempre stata quella della formica, ovvero accantonare per i periodi più duri e reinvestire i profitti per diversificare: il calo congiunturale di alcune nostre attività è stato spesso compensato dalla crescita di altre".

E quali sono ora le difficoltà maggiori che si possono incontrare?

"Ora chi si affaccia a questo settore si trova a dover affrontare molte più difficoltà di quelle che abbiamo incontrato noi quando iniziammo e quando c’era più margine di errore. Ora bisogna lavorare molto di più per ottenere il minimo risultato e il lavoro frenetico è il peggior nemico della creatività".