Magenta, comincia la guerra all'alcol: "Non è proibizionismo, ma prevenzione"

Il sindaco Marco Invernizzi insieme all'Asl e a Confcommercio ha attivato un protocollo d'intesa per l'adozione di un codice etico di autoregolamentazione di Graziano Masperi

Un controllo con l’etilometro (Germogli)

Un controllo con l’etilometro (Germogli)

Magenta, 23 luglio 2014 - Prevenire è meglio che curare. L’amministrazione comunale di Magenta continua seguendo questo principio per contrastare l’abuso dell’alcol e gli effetti devastanti che provoca. Ieri pomeriggio il sindaco Marco Invernizzi, i rappresentanti di AslMi1 (presente il dottor Renato Durello del dipartimento dipendenze AslMi1 in rappresentanza del dottor Giorgio Scivoletto, direttore generale AslMi1) e di Confcommercio (Luigi Alemani, Guido Cattaneo e Andrea Lieto) hanno siglato un protocollo d’intesa per l’adozione di un codice etico di autoregolamentazione proprio per combattere in maniera più efficace tale piaga. “E’ importante per noi essere arrivati a tale risultato – ha detto l’assessore alla Sicurezza Paolo Razzano - per il quale un importante contributo è arrivato dalla Polizia locale e che si inserisce in una politica che Magenta sta portando avanti per contrastare l’alcol tra le nuove generazioni. È la dimostrazione che sul fronte del contrasto all’alcol non vogliamo fare proibizionismo con controlli e sanzioni, ma fare prevenzione ed educazione. Risultati che si raggiungono quando si lavora insieme”.

Come ha confermato il sindaco Invernizzi sono tantissime le segnalazioni di comportamenti rissosi tra giovani in centro a Magenta, dopo aver abusato di alcol. “La sanzione vuole essere una sorta di segnalazione ai genitori – afferma il primo cittadino – che, in molti casi, sono all’oscuro di tutto. Sappiamo per certo che nel momento in cui un cittadino riprende il ragazzo che disturba sotto l’effetto dell’alcol riceve, nel migliore dei casi un insulto”. I  dati presentati dal dipartimento dipendenze sono allarmanti. Le persone residenti nel distretto di Magenta prese in carico dai servizi ambulatoriali specializzati in tema di alcol dipendenza sono, dall’inizio dell’anno, 148. Di questi 118 sono maschi e 30 sono femmine. La maggior parte delle persone supera i 30 anni. “I danni fisici e cerebrali non si vedono subito ma a distanza di anni. – ha spiegato il dottor Durello -. Vero che esiste il cosiddetto ‘bere ricreativo’, ma è difficile capire per quale persona questo bere rimarrà ricreazione e per chi diventerà dipendenza. Una cosa che viene sottovalutata è che l’impatto dell’alcol sul cervello di un adulto è una cosa, su un adolescente è un altro”. Per Luigi Alemani presidente di Confcommercio questo protocollo deve rappresentare un primo passo per contrastare il fenomeno. E Cattaneo ha puntato l’attenzione su un altro problema: quello della ludopatia. “Esistono anziani che si giocano la pensione – ha detto – in un momento di grande crisi economica come quello attuale le istituzioni non possono rimanere assenti di fronte a questi problemi”.