"Ho sposato un gigante non è esibizionismo. E' voglia di educare attraverso la tv"

Il reality di La5 parla di una famiglia di Vittuone: Manuela (è affetta da nanismo come il figlio Mattia), Fabio e il piccolo Giorgio

"Ho sposato un gigante"

"Ho sposato un gigante"

Vittuone (Milano), 28 maggio 2015 - I vittuonesi avranno riconosciuto Manuela e Fabio nei due simpatici protagonisti del nuovo docu-reality in onda su La5 il martedì sera “Ho sposato un gigante“: i due, marito e moglie da dieci anni e con due figli, hanno uno studio di fotografia a Milano, il “2 click photo“, specializzato nei ritratti dell’infanzia. La loro è una famiglia normale, con i suoi problemi e le sue gioie: non servirebbe nemmeno specificare che Manuela è affetta da nanismo e come lei anche uno dei due figli. «Invece va detto, eccome – spiega subito Manuela -. Quando ho saputo che la casa produttrice stava studiando un format televisivo simile, mi sono subito chiesta se fosse il caso di aprire le porte di casa nostra a un reality. Pensavo soprattutto ai miei figli (Giorgio di 5 anni e Mattia di 9 che dalla madre ha ereditato la sindrome), visto che io avevo già avuto un’esperienza televisiva in passato. Ne ho parlato con mio marito e con la presidente della “Insieme per crescere onlus“, contattata dai produttori, e alla fine abbiamo deciso di accettare. Mica per esibizionismo: lo vogliamo fare per un motivo sociale». Manuela nella vita di difficoltà ha dovuto incontrarne parecchie. Con Fabio mai: il difficile è stato far accettare la sua condizione agli altri. Sguardi, battute, pregiudizi sono stati una presenza fissa. «Mi piacerebbe che i miei figli crescessero in un mondo fatto di persone aperte – continua Manuela -. La televisione può essere educativa. Mostrando a tutti che la vita di una famiglia come la nostra è uguale a quella delle altre; vorremmo che fenomeni come il bullismo o l’indifferenza svanissero. E che tante coppie uscissero allo scoperto, senza vergognarsi. È brutto da dire, ma tante persone si nascondono per paura del giudizio altrui. Con Fabio sono stata fortunata, ma nella vita ho dovuto fare i conti con situazioni meno facili e con vere e proprie barriere culturali. Per questo abbiamo accettato di avere le telecamere in casa: te le dimentichi ma sono presenti anche nei momenti brutti di una famiglia ed è giusto che sia così. Riprendono anche i capricci dei bambini, anche le piccole tensioni quotidiane e, soprattutto, gli attimi in cui un’azione per altri normale diventa, per me, una fatica apparentemente insormontabile. Credo che sia questo lo spirito del programma: fare i conti con la realtà è il miglior modo per affrontare le situazioni difficili. Con la nostra positività, il nostro lavoro, i nostri sogni vorremmo aiutare le persone affette da malattie rare o gravi a non arrendersi e a non bloccarsi di fronte alla prospettiva di creare una famiglia e avere figli. La vita è bella, sempre bella». Fabio è alto 1 metro e 83 centimetri, ma è chiaro che, dei due, il vero gigante è Manuela.

di Camilla Garavaglia