Scuole a chilometro zero: farro e frumento made in San Vittore Olona

La Denominazione comunale d’origine di prodotti come pane e pasta di farro e frumento farà il proprio esordio nelle mense scolastiche

La raccolta del frumento

La raccolta del frumento

San Vittore Olona (Milano), 26 luglio 2016 - Filiera corta, prodotti rigorosamente locali, materie prime a chilometro zero, lotta agli sprechi e solo ed esclusivamente cibo sano. È una politica alimentare doc e studiata ad hoc quella che sta portando avanti nelle mense scolastiche cittadine l’Amministrazione comunale di San Vittore Olona.

L’obiettivo è quello di trasmettere alle nuove generazione la cultura del nutrimento sano, virtuoso, meno costoso e responsabile, ma anche quello di sostenere l’agricoltura del proprio territorio. In questa direzione viaggia anche il nuovo bando comunale per la gestione della ristorazione a scuola, nel quale la Giunta guidata dal sindaco Marilena Vercesi ha espressamente chiesto l’inserimento dei prodotti a marchio De.Co., (Denominazione Comunale d’Origine), tra cui pane e pasta. Un simile approvvigionamento potrà essere garantito dall’azienda agricola Lattuada, che ha proceduto in questi giorni alla trebbiatura di due varietà di cereali: il frumento tenero da panificazione e il farro Tritium della varietà denominata «Padre Pio». I due cereali sono stati seminati nell’autunno scorso su una superficie di circa quattro ettari e, a seguito di una corretta maturazione delle cariossidi, le spighe contenenti i grani, si è proceduto alla trebbiatura con un apposito macchinario. «Continua con successo - si legge in un comunicato diramato dall’Amministrazione comunale - l’attività di valorizzazione del patrimonio culturale locale che mira a conservare nel tempo i prodotti che si identificano con usi specifici e che fanno parte della cultura popolare locale.

La resa, a giudizio di Gigi Lattuada titolare dell’azienda, è stata soddisfacente e definita, secondo i canoni tradizionali, una buona annata. Ora i prodotti sono stati stivati in appositi sacchi in attesa del conferimento al mulino per la macinatura con mole a pietra ottenendo così una farina da panificazione. «Siamo orgogliosi - si legge ancora nella nota - di poter contare su una rete «nostrana» che collega produzione, attività di trasformazione e consumo finale grazie ad una filiera produttiva a ciclo chiuso interamente locale».