Fonderia Tonali di Arluno: in 35 a un passo dal licenziamento

I titolari sono intenzionati a chiuderla e chiedere la cassa integrazione straordinaria di S.R.

Dipendenti della Tonali (Studio Sally)

Dipendenti della Tonali (Studio Sally)

Arluno, 25 ottobre 2014 - L'azienda cessa l’attività, 35 lavoratori – tutti assunti a tempo indeterminato da oltre vent’anni – rischiano di essere lasciati a casa. Presidio davanti alla ditta di 31 dipendenti. Presenti anche Fiom Cgil Ticino Olona e la Cub di Magenta. La vicenda riguarda la Tonali spa di Arluno, azienda metalmeccanica che si occupa di sistemi integrati di sicurezza.

«La ditta è in cassa integrazione ordinaria da un anno – spiega Pietro Speciale della Cub – e ora prospetta di lasciare in mezzo a una strada 35 famiglie. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro durante il quale la ditta ci ha comunicato formalmente l’intenzione di cessare l’attività e di conseguenza la volontà di aprire una cassa integrazione straordinaria». I fatti che vengono alla luce sono preoccupanti: «La Tonali versa in una grave situazione debitoria: pur avendo molto lavoro, non è riuscita a far fronte alle commesse. C’erano acquirenti che avevano manifestato interesse a rilevare la società ma siamo stati informati che sono sfumate anche queste possibilità».

La Tonali è stata fondata nel 1938. Fin dall’inizio ha iniziato a occuparsi di serramenti per le blindature di banche e uffici postali. Seguendo le esigenze di mercato, già negli anni Ottanta si è evoluta verso i sistemi di rilevamento per gli oggetti integrati negli ingressi bancari fino ad arrivare ai sistemi anti-intrusione e di videoregistrazione per grossi siti industriali, stazioni e aeroporti, anche sul mercato Oltreoceano. D’improvviso le difficoltà: «Gran parte del patrimonio è stato investito in operazioni e tecnologie poco sicure e ad alto rischio, che non hanno dato i frutti sperati – commentano alcuni delegati della Rsu –. A causa di queste scelte la ditta si è trovata a richiedere dal 27 gennaio 2014 la cassa ordinaria e ora si prospetta quella straordinaria. In quanto lavoratori, abbiamo ricevuto un vero e proprio pugno nello stomaco».

Sconcerto e rabbia nelle loro parole: «Se si continua su questa strada, ci saranno ripercussioni non solo su noi lavoratori ma anche sui nostri fornitori storici». La fiammella della speranza però non si spegne: «Noi ancora crediamo e speriamo che si possano trovare imprenditori disposti a risollevare le sorti dell'azienda». I sindacati dal canto loro mettono in luce alcune criticità: «Non abbiamo riscontrato quella capacità reattiva necessaria a trovare delle soluzioni adeguate – commenta Speciale –. Riteniamo che la ditta abbia temporeggiato troppo a lungo prima di affrontare il vero problema e cioè il fatto di mettersi in gioco con un piano industriale e cercare, quando ancora era in buona salute, una partnership che potesse garantirne la continuità. La cassa integrazione scadrà alla fine di ottobre e i dipendenti rischiano il licenziamento. Ora aspettiamo la convocazione per capire se ci sono le condizioni per cercare qualche interesse da parte di imprenditori disponibili a portare avanti l’attività».