Euro 2016, Darmian torna a Rescaldina: "Nonna, è andata così"

Dopo l'eliminazione dell'Italia ai rigori contro la Germania, il terzino della Nazionale riabbraccia la famiglia. Nonna Michela: "Siamo orgogliosi di lui"

Il rigore sbagliato da Matteo Darmian

Il rigore sbagliato da Matteo Darmian

Rescaldina (Milano), 6 luglio 2016 - «Nonna, è andata così». Matteo Darmian, il terzino destro della Nazionale di calcio italiana e del Manchester United reduce dalla sconfitta contro la Germania ai quarti di finale degli Europei, torna a casa, nella sua Rescaldina per riabbracciare i genitori, ma soprattutto la nonna Michela. «L’ho trovato un po’ giù di morale e mi ha detto che era dispiaciuto per i tifosi» commenta la nonna.

Sull’ultimo rigore tirato dal nipote Michela Frattini, 77 anni, nonna materna di Matteo ha le idee chiare: «I rigori non sono la sua specialità e prima di lui hanno sbagliato anche altri, come Pellé e Zaza. È stata comunque una grande Italia e io sono felicissima perché ho riabbracciato il mio Matteo. Non lo vedevo da Natale, quando sono andata a trovarlo a Manchester e ho fatto il tifo per lui allo stadio». IN CAMPO In alto il rigore di Matteo Darmian parato da Manuel NeuerNEL CUORE Matteo Darmian è molto legato a nonna Michela tanto da aver trascorso Natale con tutta la famiglia a Manchester, dove il difensore italiano gioca dalla passata stagione. Tanti sono anche i cimeli del nipote che la nonna tiene in casa

Nonna Michi, così la chiama Matteo, è tornata a contemplare, come fa tutti i giorni, le foto del nipote calciatore, ben disposte tra le credenze e gli scaffali in ogni angolo della casa. «Anche se non fosse diventato un campione io sarei stata comunque orgogliosa del mio Matteo perché è proprio un bravo ragazzo e non si dà arie». Oggi tra quelle foto, dagli esordi nelle giovanili del Milan, fino al Torino, c’è quella con la maglia della Nazionale a cui nonna Michi è particolarmente legata. Matteo le ha scritto sopra la dedica prima di partire per le vacanze: «Demòni, anche la foto. Un bacio alla mia nonnina». Perché è così «demòni», «demonio» in dialetto, che nonna Michi chiamava scherzosamente il nipote quando ancora bambino non faceva altro che giocare a pallone nel cortile di casa: «I vasi coi fiori erano sempre a terra, una volta mi è arrivata persino una pallonata nell’occhio, che mi è diventato nero».

Per il piccolo Darmian «bravissimo anche a scuola», il calcio era un’ossessione così come la passione per lettura. «Per giocare in casa si era fatto una palla di carta stagnola e a pranzo stava sempre con il pallone sotto ai piedi». Matteo sedeva e siede tuttora sempre a capo tavola, lì dove adesso c’è il poster con la maglia del Manchester United: «Questa è casa sua, Matteo è cresciuto qui con me e il nonno Erminio che è venuto a mancare. Era tanto orgoglioso di lui». Fino all’età di 16 anni nonno Erminio accompagnava Matteo agli allenamenti, prima nella squadra di Rescaldina, la Carcor, e poi al Milan dove Darmian ha esordito nelle giovanili: «Lo andava a prendere all’uscita di scuola, mangiava un panino in auto e poi lo accompagnava a Saronno dove prendeva l’autobus per Milanello. Spero che da lassù lui possa guardarlo». Nonna Michi si commuove, come ogni volta che in tv guarda una partita di Matteo. Non appena ha saputo dell’arrivo, si è messa subito ai fornelli e ha preparato il suo piatto preferito: «Carote, fagiolini e pesce fresco, ma mangia anche pastasciutta».