Franco Tosi, doccia gelata di patron Presezzi: "Senza aiuti me ne vado"

Affitto vicino alla scadenza

Alberto Presezzi e la moglia Barbara

Alberto Presezzi e la moglia Barbara

Legnano (Milano), 29 giugno 2016 - Un conto alla rovescia che preoccupa lavoratori, sindacati e ovviamente la città di Legnano quello presentato dalla Bruno Presezzi spa che occupa l’area della Franco Tosi, e che adesso minaccia entro il 2016 di lasciare la città del Carroccio. Una eventualità che si concretizzerà qualora entro dicembre non dovessero arrivare gli aiuti annunciati a suo tempo dal ministero dello sviluppo economico e dal Pirellone. L’alternativa è di quelle che lasciano senza fiato: abbandonare l’area della Franco Tosi per andarsene a Burago Molgora, in Brianza, dove verranno ampliati gli stabilimenti presenti.  Entro sei mesi l’azienda dovrà insomma decidere se disdire il contratto di affitto oppure se acquistare l’area. Sugli scenari pesa la decisione del commissario straordinario Andrea Lolli sull’offerta della Bruno Presezzi spa di acquisto dell’area, sempre però subordinata agli aiuti economici da arte degli enti sovra citati e per quanto riguarda gli investimenti su Legnano. L’azienda è da circa un anno in città e sta sviluppando importanti progetti per un rilancio che nei fatti è già in parte avvenuto. Su questo però pesano i possibili finanziamenti che, se negati o ottenibili soltanto in parte, porteranno la proprietà a lasciare la Tosi per scappare in Brianza.  Se la Bruno Presezzi dovesse disdire il contratto di affitto entro il prossimo dicembre, per la storica area occupata dalla Franco Tosi si aprirebbe una crisi dalle conseguenze immaginabili: vendita di pezzi di aree e perdita della zona industriale della città. Su tutte le furie il segretario regionale della Fiom Cgil Mirco Rota: "È una decisione non solo pericolosa, ma inaccettabile. Se alla Presezzi sono stati promessi aiuti o soldi in fase di acquisizione della Tosi è bene che lo rivendichi, ma questo non può pregiudicare il mantenimento del sito a Legnano. La strada che si vuole adesso percorre è inaccettabile. Gli impegni che la proprietà ha assunto con noi erano quello di investire, il consolidamento occupazionale ed ovviamente di restare a Legnano".