Magenta, tagli nel futuro della Stf: 80 lavoratori a rischio

I sindacati lamentano: "Il piano industriale è solo ridimensionamento, nessun investimento"

Uno sciopero alla Stf

Uno sciopero alla Stf

Magenta (Milano), 13 giugno 2017 - Confermati i timori dei sindacati: il piano industriale della Stf, atteso a lungo e più volte invocato dalla Fim Cisl, è in realtà un piano di puro ridimensionamento che colpirà 80 dipendenti. A questo punto le speranze in un accordo sindacale che incentivi l’uscita dei lavoratori si fa sempre più lontano. La comunicazione è arrivata da Luca Peli, nuovo amministratore delegato della storica ditta magentina, nel corso di un incontro al ministero delle Attività produttive. Incontro che il responsabile di zona Fim Cisl, Ermano Alemani, ha descritto come un «viaggio a vuoto». «L’azienda ha illustrato il proprio piano industriale che prevede solo un forte ridimensionamento del numero degli occupati e nessun investimento di natura industriale, come indicato nella procedura di mobilità. A fronte di un piano come questo è molto improbabile che si raggiunga un accordo sindacale e quindi, dal 4 luglio (data in cui terminerà la mobilità, ndr) dovrebbero partire le lettere di licenziamento». «Non c’è nulla di nuovo e di concreto anche rispetto a possibili cessioni di alcune parti dell’attività, o dell’entrata di nuovi soci. Almeno per il momento». A deludere i delegati sindacali presenti sono stati in modo particolare i contenuti del piano: «Per poter pensare ad un accordo sindacale da proporre ai lavoratori abbiamo più volte richiesto all’amministratore delegato un’assunzione di responsabilità concreta da parte della proprietà. Purtroppo, per come si sta concludendo questa vicenda, si tratta di un insuccesso industriale e di un grande problema sociale per decine di famiglie».

A fronte di quanto accaduto nel recente incontro al Ministero, la Fim Cisl ha riunito i lavoratori in assemblea ed è stato deciso di organizzare uno sciopero davanti alla Stf per questa mattina, dalle 8 alle 10. Nel frattempo l’azienda sta cercando di attuare tutti i passaggi previsti dal concordato preventivo per richiedere al giudice ulteriori 60 giorni di tempo per tutelarsi dalle azioni legali dei creditori. Lunedì la Regione convocherà le parti per un incontro riguardante la fase finale della procedura di mobilità.