Siccità? Caccia all’acqua sulla Luna. Nerviano manda in orbita la trivella

Ai laboratori Leonardo la maxi-commessa per le prossime spedizioni

L'ingenger Francesco Rizzi nei laboratori di Leonardo (Studio Sally)

L'ingenger Francesco Rizzi nei laboratori di Leonardo (Studio Sally)

Nerviano (Milano), 1 novembre 2017 - «Se guardi in alto c’è ancora la Luna». Per qualcuno è solo una strofa di una canzone, ma negli stabilimenti di Leonardo in alto ci si guarda eccome. La Luna è lontana, ma a Nerviano si lavora per renderla un po’ più vicina e magari andare a cercare lì quello che per molti in terra, in questi giorni di siccità, è un miraggio: l’acqua.

Dopo la trivella per l’esplorazione del suolo di Marte - la missione Exomars porterà il “robottino” con questo congegno sul pianeta rosso nel 2020, sviluppato fra gli altri dall’ingegner Francesco Rizzi, negli stabilimenti di viale Europa, a due passi da Milano, si sta creando il prototipo di un macchinario del tutto nuovo. Questa volta la destinazione sarà la Luna, ma non si tratterà di una semplice missione esplorativa: il congegno a marchio Leonardo arriverà sul satellite della Terra con un obiettivo concreto: perforare il suolo lunare, prelevare e analizzare i materiali che lo compongono alla ricerca di acqua e materie prime che consentano la vita. Già, la vita. Lo scopo della missione Luna-Resurs, nata dalla collaborazione fra Esa, l’agenzia spaziale europea, e Roscosmos, quella russa, con il supporto delle agenzie spaziali italiana e inglese, è capire se sulla Luna ci possano essere le condizioni per l’installazione di una base umana permanente.

Se gli esperimenti daranno risultati positivi, quindi, una delle future spedizioni potrebbe portare a un nuovo sbarco umano sulla Luna, ma non soltanto per una “toccata e fuga”. Come accade per Exomars, anche nel caso di Luna-Resurs, la nervianese Leonardo svolge una funzione imprescindibile per la riuscita di questo progetto. Questa volta, però, non si tratta soltanto della realizzazione della trivella: in sinergia con la britannica Open University, i tecnici di Leonardo stanno sviluppando anche Prospect, ovvero un laboratorio automatico costituito anche da una serie di strumenti scientifici per l’analisi dei campioni di terreno prelevati dalla trivella. Prospect lavorerà fino a due metri di profondità in condizioni estreme, ovvero il vuoto assoluto e una temperatura di 170 grandi centigradi sotto zero. E anche in questo caso entra in gioco l’azienda lombarda: all’interno di Leonardo nei prossimi mesi saranno ricreate esattamente queste condizioni, che sono quelle ambientali del polo sud lunare, per svolgere i test su trivella e kit di strumenti scientifici. Insomma, la Luna arriverà davvero a Nerviano.