Parabiago, profughi sistemano gratis le panchine di piazza Indipendenza

Un gruppo di migranti ospiti della cooperativa "Intrecci" sono entrati in azione per rifare il look a una parte dell'arredo urbano nel centro della frazione di Villastanza

I richiedenti asilo durante i lavori in piazza Indipendenza

I richiedenti asilo durante i lavori in piazza Indipendenza

Parabiago (Milano), 11 settembre 2017 - Loro non sono certo rimasti seduti in "panchina". Si sono rimboccati le maniche e armati di carta vetrata, guanti, pennelli, impregnante e tanta buona volontà, hanno sistemato parte dell'arredo urbano della piazza Indipendenza a Villastanza. Sono un gruppo di richiedenti asilo ospiti a "Casa Elim" della cooperativa "Intrecci". Insieme ad alcuni educatori, sono entrati in azione per rifare il look alle panchine nel centro della frazione parabiaghese. "Abbiamo sottoscritto un patto di collaborazione con il Comune di Parabiago - fanno sapere dalla stessa cooperativa che si occupa di accoglienza diffusa e integrazione - e abbiamo fatto il primo passo per cambiare il punto di vista, ormai troppo mediatizzato, sulle migrazioni e farci conoscere alla cittadinanza locale come una risorsa per tutti. Stiamo ora lavorando per ideare nuove forme di collaborazione e condivisione".

Sono infatti previsti ulteriori lavori utili che i migranti potranno svolgere per darsi da fare e ricambiare dell'ospitalità. Si tratta appunto di attività di volontariato per prendersi cura di un territorio (quello del Legnanese) chiamato ad accoglierli e dove hanno iniziato a ricostruire il proprio futuro. "Da parte loro c'è molta voglia di fare - aggiungono gli educatori della cooperativa -. Siamo certi che questa esperienza, attraverso uno scambio reciproco, servirà a rafforzare il legame che già esiste tra i migranti e le comunità". Il tutto rientra in un progetto che a Parabiago è stato battezzato "CondiVivo" e che coinvolge ovviamente non solo richiedenti asilo, ma anche cittadini che vogliono dedicare parte del proprio tempo libero a interventi di pubblica utilità. Chiunque è chiamato quindi a opere volontarie di manutenzione al fine di diffondere una cultura della cittadinanza attiva e responsabile. E tutto questo vale appunto sia per i residenti sia per i richiedenti asilo.