Abbiategrasso, un presidio per salvare e rilanciare l'ospedale

La richiesta del Movimento per i diritti del cittadino malato è chiara: l'ospedale Cantù di Abbiategrasso non venga depotenziato

L'ingresso dell'ospedale di Abbiategrasso

L'ingresso dell'ospedale di Abbiategrasso

Abbiategrasso (Milano), 4 novembre 2016 -  Questa mattina il «Movimento per i diritti del cittadino malato» sarà davanti al Costantino Cantù di Abbiategrasso per chiedere nuovamente che la struttura non venga depotenziata ma, anzi, rilanciata. Il Movimento ha deciso di manifestare con un presidio e alcuni striscioni; nell’occasione verrà anche estesa la raccolta di firme che aveva portato a raccogliere oltre 10mila sottoscrizioni in favore del progetto presentato prima dell’estate.

Il prossimo obiettivo è quello di portare tutte le firme davanti a Regione Lombardia per manifestare il disagio dei cittadini abbiatensi. Nel frattempo anche la politica è tornata a interrogarsi sul futuro del Cantù. Durante la commissione consiliare di mercoledì sera si è parlato di nuovo del Poas, il piano aziendale dei quattro ospedali territoriali atteso da tutti. Ebbene, quanto si evince dal documento è stato il grado di mettere d’accordo tutte le parti politiche sulla necessità di un’azione comune per salvaguardare la struttura di Abbiategrasso. Già durante l’ultimo consiglio comunale era emersa preoccupazione da parte dell’amministrazione: il Poas parla chiaramente di un accorpamento del Cantù con il Fornaroli di Magenta. Inoltre le future competenze dell’ospedale di Abbiategrasso sembrerebbero ridursi agli ambulatori e al «piede diabetico» (peraltro un’eccellenza cittadina a livello internazionale): «Abbiategrasso garantirà una corretta presa in carico di pazienti dell’area medica in forte integrazione sia con lo stabilimento di Magenta, sia con il territorio di riferimento – si legge nel documento - in linea con i principi ispiratori della L 23/15; svilupperà a livello aziendale un percorso di presa in carico del paziente diabetico con attività mirata alla gestione del paziente affetto da patologia del «piede diabetico»; parimenti verranno sviluppate attività chirurgiche a bassa intensità e complessità, sempre in piena integrazione con lo stabilimento di Magenta». Neppure citato il Pronto Soccorso abbiatense, che aveva sollevato diverse polemiche in passato.