Omicidio di Magnago, il padre di Debora: "Killer sapeva cosa stava facendo"

Da Lonate Pozzolo, Luigi Fuso commenta la prossima perizia psichiatrica sul killer della figlia: "Voglio avere fiducia nella giustizia. Io sono una mina vagate e gli artificieri sono i giudici"

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Magnago (Milano), 23 febbraio 2017 - "Confido nella giustizia, per mia figlia, sono stanco delle menzogne che ho sentito dire sulla vicenda". A parlare è Luigi Fuso, padre di Debora, 25 anni, uccisa a coltellate il 17 maggio dal fidanzato Arturo Saraceno, 33 anni, nella loro casa di Magnago. Luigi Fuso, che vive a Lonate Pozzolo, ha scelto di sfogarsi a  fronte della prossima perizia psichiatrica subordinata al rito abbreviato, proposta per Saraceno dal suo avvocato, Daniele Galati.

La richiesta, nonostante il parere negativo della Procura, è stata accolta dal Tribunale di Busto Arsizio, che il 27 febbraio conferirà l'incarico a un perito. "Io so che quando i carabinieri sono arrivati subito dopo l'omicidio di mia figlia, hanno ordinato a Saraceno di abbassare il coltello insanguinato e lui ha obbedito, quindi era nel pieno delle sue facoltà, una persona che non è nel pieno delle facoltà non si controlla - ha affermato -. Mi auguro che vada tutto come deve andare, voglio avere fiducia nella giustizia anche se in un caso del genere non dovrebbero esistere riti abbreviati". "Io sono una mina vagate e gli artificieri sono i giudici" ha aggiunto.