Orti condivisi dove la 'ndrangheta seppelliva i cadaveri: la rinascita del Borgo Rubone

Il progetto dell’Amministrazione di Bernate Ticino dopo il partecipato corso con l’agronomo

L’agronomo Giuseppe Montagna

L’agronomo Giuseppe Montagna

Bernate Ticino (Milano), 22 marzo 2017 - Sono stati cinquanta i partecipanti al corso di orticoltura tenuto dall’agronomo Giuseppe Montagna proposto dal cavalier Mario Simonelli. «Abbiamo trovato un riscontro formidabile da parte dei bernatesi e anche di alcuni residenti di paesi vicini - commenta il sindaco Osvaldo Chiaramonte - le lezioni si sono tenute al centro pensionati della frazione di Casate. Hanno partecipato sia coloro che, essendo alle prime armi, desideravano imparare a coltivare la terra producendo frutta e verdura in proprio, sia coloro che, già capaci, hanno affinato le loro tecniche». Il sindaco intenzionato a mettere a disposizione un appezzamento per consentire di realizzare gli «orti condivisi».

L’idea è quella di utilizzare il terreno di via San Giorgio, lungo la stradina che porta a Castelletto di Cuggiono, confiscato alla ’ndrangheta. Una parte di questo terreno dovrebbe essere concessa al Comune. Una ex discarica che dovrà, necessariamente, essere bonificata se la si vorrà trasformare in un terreno da coltivare. Sui tempi e modi in cui questo avverrà c’è ancora incertezza. E così ci si porta avanti. Qualche anno fa nel podere di Leonardo Prestia si cominciò a scavare perché, grazie a due pentiti, si scoprì che in mezzo a tante ossa di animali macellati abusivamente c’erano anche resti umani. Vendette di ’ndrangheta di clan che volevano rendersi autonomi rispetto alla Calabria. Un luogo dove si sono consumati atroci delitti all’interno di un paesaggio meraviglioso. Le lungaggini burocratiche ancora non consentono di poter far rinascere quella terra.